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Fischer aspetta. E non è il solo

L’amichevole di Biasca non scioglie i dubbi. ‘Bisogna attendere che sia tutto finito’. Ma intanto per Niederreit­er c’è ottimismo.

- Di Christian Solari

Biasca – Prima il caldo quasi tropicale, in una BiascArena vestita a festa con il pubblico delle grandi occasioni. Poi l’interminab­ile attesa nella speranza di riuscire a capire chi, al termine di un test con la Norvegia fondamenta­lmente a senso unico, agli occhi di Patrick Fischer debba lasciare il gruppo. In quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo taglio a undici giorni dall’inizio dei Mondiali. «Ma dobbiamo aspettare che sia tutto deciso, prima di fare le scelte definitive» frena ‘Fischi’, alludendo soprattutt­o alla finale di campionato tra Lugano e Zurigo. Il cui sesto atto è in programma dopodomani a Zurigo, ciò che impedirà a Fischer di presentare la selezione definitiva già in Lettonia, dove giovedì e venerdì sono in agenda le ultime due partite di preparazio­ne. Senza dimenticar­e, poi, che nel torrido sabato pomeriggio biaschese il tecnico di Zugo ancora non conosce né il destino di Nico Hischier, né quelli di Mirco Müller e Christoph Bertschy (la cui stagione Nhl si è conclusa solo nella notte su domenica). Che è poi la stessa sorte toccata venerdì a Nino Niederreit­er. «Nel frattempo non l’ho ancora sentito, anche perché Nino è sen- z’altro deluso dall’epilogo della serie con i Winnipeg Jets – aggiunge ‘Fischi’ –. Siamo però sempre stati regolarmen­te in contatto: sono convinto che se è in forma, sarà dalla nostra parte». Grande ottimismo, insomma. In attesa di vedere cosa succederà ai tre svizzeri dei New Jersey Devils e a Sven Andrighett­o, tornato in pista nella notte (un ultima volta?) con i suoi Avalanche. Quanto al doppio test con la Norvegia, il coach è soddisfatt­o a metà. «Volevamo vincere entrambe le partite, l’obiettivo era quello. Di positivo c’è però che i ragazzi hanno lavorato tanto, e i nostri avversari si sono sempre ritrovati sotto pressione. Anzi, pensando a Biasca posso davvero dirmi soddisfatt­o della velocità nel gioco di transizion­e, siccome non abbiamo mai perso del tempo inutile nel nostro terzo. Questa è la chiave per sfruttare la nostra velocità». Fischer, infatti, non ha certo dimenticat­o cos’era capitato in Corea nel mese di febbraio. «Dopo aver analizzato la situazione, abbiamo capito che ai Giochi il problema era l’eccessiva lentezza causata da troppi passaggi orizzontal­i. E poi c’erano gli special team:ora giochiamo più semplice, cercando di tirare di più per creare un maggior numero di situazioni pericolose davanti al portiere».

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TI-PRESS/GOLAY Sabato di festa sugli spalti della BiascArena

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