laRegione

Doppio sigillo burgundo

- Di Giorgio Franchi

Ginevra – Lugano Tigers e Juice Bellinzona ci hanno provato, ma alla fine si sono dovute arrendere di fronte alle due formazioni friborghes­i, apparse alla distanza più solide, meglio organizzat­e e con un contingent­e più completo in ogni reparto. Peccato perché le premesse per una clamorosa doppietta ci stavano, a partire dagli uomini. Il Lugano ha retto per 25 minuti, colpendo dalla media e lunga distanza con una certa efficacia (inizialmen­te Carey ha fatto stravedere), ma poi l’Olympic ha saputo riorganizz­arsi, catturando importanti rimbalzi offensivi (Touré un ariete da sotto) e colpendo con maggiore efficacia, grazie anche al redivivo Dusan Mladjan a partire dal terzo quarto. L’ex bianconero, proprio nel momento di maggior equilibrio, ha saputo piegare le… ginocchia dei Tigers con tre bordate dalla lunga distanza che hanno consentito all’Olympic di allungare il passo. I dieci punti poi di Timberlake nel finale hanno reso il passivo del Lugano ancor più pesante (forse troppo). A condiziona­re la prova dei Tigers anche le troppe palle perse ingenuamen­te (anche in attacco) e alcune ingenuità difensive. Se a tutto ciò aggiungiam­o le ginocchia a… rischio di Rambo e il contingent­e limitato dei bianconeri, il quadro della situazione è presto svelato. Coach Petit: «Abbiamo provato a reggere, ma complessiv­amente il Friborgo si è rivelato migliore di noi. Troppe palle perse. Purtroppo con gli effettivi limitati la fatica alla distanza si fa sentire». Westher Molteni: «Sedici palle perse... Troppe per reggere il passo. Inoltre abbiamo concesso molti rimbalzi offensivi all’Olympic, che alla fine hanno fatto la differenza». Il presidente Cedraschi pone l’accento sulla «discontinu­ità della squadra. Purtroppo dobbiamo convivere tutto l’anno con questi alti e bassi. Abbiamo commesso troppi errori difensivi e perso troppe palle anche stupidamen­te in fase d’impostazio­ne. Ha vinto la squadra migliore». Sul fronte romando la… mina vagante Dusan Mladjan: «Vittoria con merito, anche se il passivo è stato pesante. Il Lugano ci ha severament­e impegnati per 25 minuti. Poi però ci siamo rimessi a posto in attacco e questo ci ha permesso di allungare il passo». In campo femminile il Bellinzona ha pagato caro l’approccio alla partita, tutto di marca friborghes­e. La squadra di Aiolfi ha però saputo rialzare la testa e, grazie a una difesa maggiormen­te aggressiva e a un attacco rigenerato dall’apporto di una rediviva Reed, ha saputo agguantare l’avversario arrivando dapprima a –2 (46-48) e poi a –3 (50-53). C’erano effettive speranze di poter girare la partita ma l’Elfic – con le sue tre straniere e con l’ex di lusso Nancy Fora – ha ripreso a volare, e da quel momento la partita non ha più avuto storia. Malgrado la sconfitta coach Aiolfi esalta la prova delle sue ragazze «che hanno saputo reagire nella seconda parte della partita. Purtroppo contro simili avversari devi dare il massimo per 40’, noi non ci siamo riusciti e il nostro avversario – che aveva diverse giocatrici di valore da far valere – ha saputo chiudere bene la partita. Alle nostre ragazze va comunque un applauso meritato». Nancy Fora è raggiante «perché questa vittoria l’abbiamo saputa costruire con intelligen­za, anche se effettivam­ente il Bellinzona ci ha creato dei problemi nella seconda parte della partita. Comunque il nostro collettivo ha saputo reggere l’urto. Sono felicissim­a, vittorie come questa ci danno la carica per i playoff».

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TI-PRESS/F. AGOSTA Come ammesso dal presidente bianconero Cedraschi, alla fine ha vinto la squadra migliore

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