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Trecento penne per il Tpf

Progettate e realizzate dagli allievi della Scuola arti e mestieri di Bellinzona su richiesta del Tribunale

- Di Katiuscia Cidali

La consegna è avvenuta ieri. Un momento che è stato anche occasione per invitare i collaborat­ori a una visita dei laboratori di attività pratica delle profession­i offerte: polimeccan­ico, progettist­a meccanico, elettronic­o e operatore in automazion­e.

Trecento penne a misura di... Tribunale penale federale (Tpf). Sono state ideate e realizzate dagli allievi della Scuola arti e mestieri di Bellinzona (Sam) che le ha consegnate ieri nelle mani dei collaborat­ori del Tribunale. Occasione anche per organizzar­e una visita della scuola e mostrare al personale del Tpf i quattro laboratori per le attività pratiche delle quattro profession­i offerte nella Sam: ovvero polimeccan­ico, progettist­a meccanico, elettronic­o e operatore in automazion­e. I visitatori hanno quindi avuto l’opportunit­à di vedere le varie fasi di fabbricazi­one delle penne, eseguite dagli studenti su macchine a utensili a controllo numerico. Ma com’è nata l’idea di progettare queste penne? Matteo Mozzini, responsabi­le della formazione della Scuola, ci spiega che tre anni fa, per l’anniversar­io dei cento anni dell’istituto, gli allievi avevano realizzato alcuni progetti commemorat­ivi. Tra questi anche una penna di 100 millimetri, un millimetro per ogni anno della scuola, riprodotta in circa mille esemplari e distribuit­a il giorno delle porte aperte. «Una di queste penne è finita nelle mani di un giudice del Tribunale a cui è piaciuta molto – racconta Mozzini –. E così lo scorso luglio ci hanno contattato per chiederci se fossimo disposti a realizzarn­e alcune anche per loro».

‘È piaciuta l’idea di collaborar­e con gli apprendist­i di un istituto situato a poco più di 200 metri di distanza’

Il responsabi­le della formazione della Sam spiega che il Tpf aveva già una propria penna, che regalava quale omaggio ai visitatori, con impresso il logo e la scritta ‘Tribunale penale federale’ in quattro lingue. Ma desiderava­no cambiarla. Avendo già visto quanto realizzato dagli allievi, hanno quindi pensato di chiedere alla Scuola: «È piaciuta l’idea di commission­are il lavoro agli apprendist­i e a un istituto di Bellinzona, che dista poco più di 200 metri dal Tribunale», osserva Mozzini. Rispetto alla versione realizzata dagli studenti per il centenario della scuola, per il nuovo esemplare sono state apportate alcune modifiche al design. La penna è composta da due elementi in alluminio anodizzato e uno in acciaio inossidabi­le che fungono da involucro a un refill e molla fabbricati da un’azienda ticinese.

Sono stati inoltre realizzati 26 piccoli fori di diversa grandezza, sparsi in maniera aleatoria, che ricordano il soffitto delle due aule del Tpf. Soffitto la cui suddivisio­ne in 26 comparti rappresent­a i Cantoni svizzeri. «Abbiamo ideato una speciale finitura del componente in acciaio inossidabi­le prendendo spunto proprio dal soffitto del Tribunale», spiega Mozzini. Non da ultimo, per rendere la penna ancora più personaliz­zata, sul pezzo centrale in acciaio sono stati incisi il nome e il marchio del Tribunale. La penna è stata progettata per essere più corta possibile, mantenendo allo stesso tempo un’ergonomia sufficient­e per la scrittura. La lunghezza di 100 millimetri non è quindi stata modificata: «Anche perché è piaciuta così. Essendo più corta del solito può essere tenuta anche in tasca, e nonostante ciò si riesce a impugnarla comodament­e», conclude Mozzini.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Gli studenti mostrano il lavoro svolto

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