Un anno di Banco… ‘privato’
Spegne una candelina a maggio la nuova gestione del teatro, che l’ha reso un circolo
Intervista a Corinna Quadri, una delle cinque responsabili del progetto di ‘rianimazione’ della storica struttura malcantonese, che traccia un bilancio: ‘Positivo’
Una storia centenaria alle spalle, un presente fatto di sperimentazione e lo sguardo proiettato al futuro. La forma gestionale introdotta al Teatro di Banco – nell’omonima frazione di Bedigliora – sta per tagliare il traguardo dei dodici mesi di esistenza ed è l’occasione per tracciare un primo bilancio. Ne abbiamo parlato con Corinna Quadri, una dei cinque responsabili della trasformazione della struttura in circolo. «È tutto volontariato, abbiamo tutti un altro mestiere e nessuno di noi è attivo nella ristorazione come attività principale. Non intaschiamo nulla – premette –, il ricavato va interamente alla società Nuovo Avvenire (proprietaria dello stabile, ndr)». Proprio a quest’ultima va associato l’inizio dell’avventura. «Io e il mio compagno siamo membri del comitato della Nuova Avvenire – spiega la nostra interlocutrice –, che organizza già il Carnevale del paese e la festa della Madonna in agosto. Riguardo al teatro, in questi ultimi anni abbiamo visto il viavai di alcuni gerenti. La ragione principale penso sia dovuta alla scarsa affluenza, che non è dovuta però alla scadente offerta ma piuttosto alla posizione periferica della struttura. Il posto è bello e ci dispiacerebbe che fosse inutilizzato, così – prendendo spunto da un circolo simile esistente ad Aranno – abbiamo deciso di provarci, organizzando un paio di eventi al mese, almeno per ammortizzare le spese di manutenzione». Un’attività nata quindi per ragioni quasi affettive: «Sì, crediamo nel futuro di questo posto, anche se non nella forma in cui si presentava fino all’anno scorso». A facilitare il compito dei nuovi gestori contribuisce anche il significativo lascito dei predecessori, in particolare dell’ultimo. «Era un musicista – riassume Quadri – e ha fatto molto in termini di promozione. Abbiamo scoperto che il teatro di Banco è famoso nel mondo: non dobbiamo cercare gli artisti, le richieste arrivano da sole, grazie a lui».
Funzionano cene e ospiti locali
Il bacino d’utenza resta limitato – «recentemente è venuto un gruppo blues dalla Svezia, è abbiamo avuto solo sette entrate, ci è dispiaciuto per gli artisti» –, ma trattandosi ormai di un’attività accessoria, e con il teatro che rimane aperto solo quando c’è un evento, questo non rappresenta più un problema. E le eccezioni ci sono: «Durante un recente spettacolo di commedia dialettale abbiamo avuto oltre cento presenze» ricorda la responsabile. Con la nuova gestione, la struttura malcantonese è a disposizione
anche per compleanni o altre feste private. Pur essendo un circolo, lo spirito che muove il gruppo di amici è aperto alla comunità: «Facciamo un po’ di pubblicità, prevalentemente online ma anche con un po’ di cartellonistica qui in zona. Cerchiamo poi di mantenere contenuti i prezzi, e non essendo del mestiere
c’impegniamo a compensare con la cortesia e con l’accoglienza». E sebbene la volontà sia quella di mantenere un equilibrio per non cadere nella concorrenza con i ristoratori di zona, alcuni eventi mirati sono stati molto apprezzati. «Abbiamo introdotto la fondue carnascialesca e organizzato un veglione per Capodanno a chilometro zero (ride, ndr). Certo, tutto a prenotazione». E per il futuro? «Dopo un anno siamo diventati un po’ più esperti – conclude –, abbiamo cercato di fare un po’ di tutto per capire cosa attira: cene, aperitivi, ospiti locali». Momenti di aggregazione destinati a essere quindi ottimizzati.