Il giudice nega Alfie Evans all’Italia
Londra – È diventata una battaglia più mediatica che legale quella che si combatte attorno al corpicino di Alfie Evans, il bambino affetto da grave, incurabile patologia neurodegenerativa, dopo che il giudice d’Appello dell’Alta Corte britannica Anthony Hayden ne ha autorizzato l’interruzione del mantenimento in vita attraverso le macchine. Il bambino, ricoverato all’Alder Hey Hospital di Liverpool, avrebbe continuato a respirare per ore, con la “spina” ormai staccata. Una resistenza che alimenta le polemiche, nel Regno Unito e in Italia, i cui politici si sono dati da fare per impossessarsi del caso. Hayden ha chiesto alla direzione medica dell’Alder Hey Hospital di valutare se consentire ai due giovanissimi genitori di riportare a casa il figlio. Ma ha negato il permesso di trasferirlo in Italia: né al Bambin Gesù di Roma, né al Gaslini di Genova, entrambi pronti a continuare a garantire l’assistenza che viceversa i medici di Liverpool giudicano da tempo vana. Rimane così sulla pista l’aereo ambulanza messo a disposizione della titolare della Difesa, Roberta Pinotti, dopo la concessione della cittadinanza italiana ad Alfie “per motivi umanitari” formalizzata ieri dal Consiglio dei ministri. Per le autorità britanniche, la cittadinanza italiana non cambia il fatto che Alfie Evans resta anche suddito del Regno, soggetto alle sentenze delle Corti locali e alle valutazioni dei medici dell’ospedale in cui è ricoverato in territorio britannico. Medici fermi sulle loro scelte anche nella risposta al giudice sull’ipotetico ritorno a casa del piccolo: “Ci vorranno almeno 3-5 giorni” per valutare la possibilità, ha fatto sapere il team che lo ha avuto in cura in questi mesi. Sempre che Alfie sopravviva ancora, col solo ausilio intermittente d’idratazione e bombole d’ossigeno. In mancanza di meglio, l’ex ministro fascista Gianni Alemanno è arrivato a evocare la rottura delle relazioni diplomatiche con Londra. Mentre Matteo Salvini ha presentato una mozione in parlamento per “salvare Alfie”. Purché non glielo portino in barcone.