‘Per sopravvivere? Puntare su L’inverno in tasca e un ostello per la gioventù’
«In questi 15 anni assieme ai colleghi di comitato abbiamo realizzato diversi progetti, tra cui il rinnovo delle seggiovie, l’allacciamento elettrico per lo skilift situato all’Alpe di Nara e in seguito anche all’Alpe Laghetto e alcuni miglioramenti al ristorante». Ripensando a quanto fatto finora, il direttore dimissionario Fabio Mandioni guarda al futuro con ottimismo, sottolineando che per chi dovesse prendere in mano le redini del Nara si prospetta una bella partenza, grazie ai previsti finanziamenti cantonali ma anche al progetto L’inverno in tasca. Soprattutto su questo punto Mandioni sottolinea l’utilità dell’iniziativa che permette, pagando un unico abbonamento, di fare uso per tutta la prossima stagione invernale degli impianti grandi e piccoli presenti su tutto il territorio ticinese, nonché di usufruire di sconti anche nel resto dell’anno. «È fondamentale far capire alla gente che bisogna sottoscrivere la stagionale entro il 30 giugno per fare in modo che il progetto lanciato da tre giovani appassionati di sci e sostenuto da tutti gli impianti del cantone raggiunga almeno 25mila adesioni e possa dunque concretizzarsi» continua Mandioni. «Si tratta di un’iniziativa importante per il futuro del Nara. In caso di mancato innevamento garantirebbe comunque un’entrata di 450mila franchi». Altro progetto importante per il rilancio della stazione sarà quello relativo ai sentieri per rampichini di BlenioBike – che vede la partecipazione di Comune di Acquarossa, Ente regionale per lo sviluppo e Otr – ancora in attesa dei necessari consensi da parte dei proprietari dei terreni. Non meno importante sarebbe, secondo Mandioni, la realizzazione di un ostello della gioventù in Valle di Blenio, che ci confida essere un suo sogno nel cassetto. Quale invece la soddisfazione maggiore durante la carriera al Nara? «Essere testimone di quanto siamo riusciti a realizzare grazie al grande impegno dei volontari. Soprattutto all’inizio il volontariato è stato fondamentale, mentre adesso sta diminuendo. Lo si riscontra un po’ ovunque, dalle società sportive alla politica: se prima le persone avevano più tempo da dedicare alla comunità, ora i troppi impegni lavorativi limitano questo genere di attività. È un peccato». SAM