Più controlli tra gli abitanti
Le problematiche riscontrate nel quartiere di via Odescalchi hanno fatto scuola. La Polizia Regione I si è infatti dotata di una persona che si occupa a tempo pieno del controllo degli abitanti. In questo specifico settore lo scorso anno sono stati aperti oltre 400 incarti. «In base al numero degli effettivi che avremo a disposizione, in futuro questo servizio verrà potenziato», ha spiegato il comandante Poncini. Tra gli obiettivi che la Polizia di Chiasso si è fissata per quest’anno, infatti, c’è anche l’aumento della collaborazione e del coordinamento tra polizie e l’implementazione dell’attività controllo abitanti e dell’attività di prossimità, «potenziando la collaborazione con il posto di Gendarmeria di Chiasso». Un obiettivo condiviso anche dalla capodicastero Sonia Colombo-Regazzoni. «Il settore ci vede molto impegnati per incrementarne l’efficienza. I casi legati a permessi, soggiorni irregolari e precetti stanno crescendo a vista d’occhio e sono segno di una situazione di degrado». Oggi via Odescalchi «sta cambiando faccia grazie anche al nuovo proprietario degli stabili, che ci ha chiesto fino a settembre per portare avanti la sua idea di riqualifica. Da parte del Municipio la disponibilità è massima e le pattuglie sono sempre presenti». Chiasso e la sua polizia si stanno preparando anche all’arrivo del nuovo Centro di registrazione e procedura per richiedenti l’asilo in zona Pasture, tra Balerna e Novazzano. «I comuni sono molto attivi e presenti nei gruppi di lavoro della Segreteria di Stato della migrazione – ha spiegato Colombo-Regazzoni –. In particolare in quello che riguarda la sicurezza, dove stiamo cercando di portare avanti il discorso legato alla videosorveglianza delle zone a rischio».
Droga, lotta allo spaccio
Il Sad3, il Servizio antidroga, ha continuato la sua attività nel comprensorio di Chiasso. «L’attività si è concentrata sul contrasto a cittadini stranieri non residenti che hanno raggiunto Chiasso per trafficare cocaina ed eroina – ha spiegato l’ispettore Mauro Mantovani, rimandando alle cifre della Polizia cantonale –. Questo ha portato a diverse inchieste, fermi e sequestri».