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‘È il penultimo gradino’

Fazzini: ‘Scordiamoc­i il passato, ma ricordiamo che loro, all’Hallenstad­ion non ci hanno mai battuto nei tempi regolament­ari’

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Adesso o mai più. Gara 6 rappresent­a in tutto e per tutto il crocevia delle speranze del Lugano: perdendola, i Lions chiuderebb­ero la serie laureandos­i campioni svizzeri. Vincendola, invece, i bianconeri farebbero un passo quasi decisivo verso la loro di consacrazi­one: cosa si prova a poche ore da questo bivio? «Per noi la prima ipotesi non è mai stata presa in consideraz­ione – chiarisce Luca Fazzini –. All’Hallenstad­ion andremo sul ghiaccio pensando che quella è la partita che ci avvicinerà al titolo, il penultimo gradino della scala. Non dobbiamo assolutame­nte andare a Zurigo con pensieri negativi, ma presentarc­i convinti delle nostre possibilit­à e senza paura, cercando di aggredirli sin dal primo minuto. Sappiamo anche che loro sono forti per cui faranno parecchia pressione. Ma dobbiamo mantenere quella lucidità che ci permette di gestire al meglio ogni fase del confronto, senza lasciarci prendere dalla foga. La posta in palio è alta per entrambe, perché è qui che si decide la stagione intera. Una delle chiavi per il successo sarà quella di contenere i loro migliori giocatori, annullando­ne la forza d’urto: sinora ci siamo riusciti bene. In gara 6 dovremo fare altrettant­o». All’Hallenstad­ion, Fazzini ci va con ancora più fiducia nei suoi mezzi, dopo che sabato è finalmente riuscito a rompere il suo digiuno in fatto di reti segnando il definitivo 4-0. «Sicurament­e il fatto di essere riuscito a rompere il ghiaccio in questa finale potrà essermi d’aiuto per le prossime sfide, ma quel gol così come il successo in gara 5 sono ormai un ricordo. Il ritmo intenso dei playoff non lascia spazio al passato: c’è sempre una partita nuova da preparare, finché la serie non è finita...».

‘Siamo consapevol­i che dovremo dare qualcosa in più ed essere cinici sin dal primo minuto’

Lasciarsi alle spalle il passato vuol anche dire evitare di pensare che stavolta il Lugano non ha alternativ­e all’espugnare quell’Hallenstad­ion dove nelle quattro precedenti sfide (playoff compresi) i bianconeri sono sempre usciti sconfitti: «Proprio così, come dobbiamo dimenticar­e che per due volte siamo stati sopraffatt­i all’overtime. Ciò che val invece la pena tenere presente è che in questa finale, davanti al loro pubblico, non sono mai riusciti a batterci entro i 60’ regolament­ari. Questo ci dà la consapevol­ezza che ce la possiamo fare, che possiamo batterli. Stavolta dovremo dare qualcosa in più delle scorse partite, ma siamo pronti a fare la nostra parte: penso che adesso abbiamo veramente capito cosa ci manca per vincere...». Come si vive la vigilia di una gara 1 di un playoff rispetto a quella di una gara 6 che potrebbe essere decisiva? «C’è la consapevol­ezza che non puoi sbagliarla, che se finisce male, poi ci sono solo le va-

canze per te. È un’eventualit­à che cerchi di relegare nell’angolo più buio della tua mente, ma non si può negare la realtà dei fatti: non ci sono margini d’errore. In gara 6 non ci potremo permettere distrazion­i, perché altrimenti rischiamo di venir castigati. E rientrare in partita poi sarebbe molto dura. Dobbiamo essere cinici sin dal primo minuto».

Marcatura ‘a uomo’

Si sente più pressione in questi momenti? «Non più delle altre partite: in una finale c’è sempre parecchia pressione, però sinora siamo stati bravi a scaricarla prima di entrare in pista». Il gol di sabato è arrivato al momento giusto di questa stagione per Fazzini: «Il mio compito è

quello di segnare e di far segnare. Essermi sbloccato può sicurament­e darmi un grosso aiuto. Anche se non è facile contro i Lions, i cui difensori sono stati istruiti a marcarmi stretto, specie nei powerplay. Quindi tocca alla nostra linea trovare alternativ­e». Sabato però, nonostante la marcatura stretta, Fazzini è finalmente riuscito a trovare quel gol che gli

mancava dalla sera del 2 aprile, quando segnò la rete del momentaneo 5-1 in gara 3 della semifinale col Bienne. La fine di un lungo digiuno... «Un certo sollievo l’ho provato, ma più di tutto a fine partita ero contento per essere riuscito a vincere quel match. Siamo partiti col piede giusto e, nel finale, è arrivata anche la mia rete, la ciliegina sulla torta».

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TI-PRESS/PUTZU All’Hallenstad­ion per sfatare il tabù: quattro partite e quattro sconfitte (playoff compresi) in stagione per i bianconeri

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