Dal Monte Bianco al cospetto del Cervino
È probabilmente la più nota tra le Haute Route scialpinistiche delle Alpi, certamente una delle più ambìte e cariche di storia, percorsa sin dagli albori dello scialpinismo. Pur essendo percorsa anche d’estate lungo un itinerario quasi identico, è la traversata invernale ad essersi affermata come Haute Route per antonomasia. La Chamonix-Zermatt conduce dai piedi del Monte Bianco a quelli del Cervino, vale a dire dalle origini dell’alpinismo classico (la prima salita di Balmat e Paccard nel 1786), alla montagna che ne decretò la fama definitiva (tragicamente, nel 1865, con la prima salita e poi la sciagura della cordata Whymper). Almeno dagli anni Cinquanta del secolo scorso, le guide svizzere, francesi e valdostane hanno cominciato a organizzare la traversata sciistica e ancora oggi questa Haute Route è offerta da quasi tutte le agenzie di guide d’alta montagna. La sua frequentazione, a cavallo tra la seconda metà d’aprile e la prima di maggio, è particolarmente alta, al punto che talvolta è difficile trovare posto nei rifugi dove si fa tappa, se non avendo prenotato a tempo debito. La percorrenza richiede tra i quattro e i sei giorni, a seconda delle condizioni della montagna, dell’itinerario scelto (che consente diverse varianti) e della preparazione degli alpinisti. La traversata non tocca quote particolarmente elevate (la vetta più alta è la Pigne d’Arolla, 3’796 m, che non tutte le cordate salgono, peraltro), ma si svolge in un ambiente glaciale d’alta montagna, con non pochi tratti squisitamente alpinistici e il superamento di colli abbondantemente sopra i tremila metri. Gli escursionisti morti a ridosso della Cabane des Vignettes stavano per raggiungere il rifugio della presumibile ultima notte di traversata. Molti alpinisti infatti coprono in una sola tappa il tratto tra l’alta valle di Arolla e Zermatt, che comporta il valico dello spettacolare Col de Valpelline, dominato dalle pareti occidentali della Dent d’Hérens e del Cervino.