Discriminazioni di genere, il presidente Berset: ‘Scandaloso’
La parità salariale tra uomini e donne è stata al centro dei discorsi un po’ in tutta la Svizzera. A Zurigo circa 13’000 persone hanno preso parte al corteo. Davanti a tutti hanno sfilato gli affiliati dell’Unione sindacale, che hanno innalzato lo striscione con il motto nazionale della giornata dei lavoratori: “Parità di salario. Punto e a capo!”. L’oratrice principale della manifestazione, la presidente del sindacato Unia Vania Alleva, ha sottolineato la lentezza con cui viene portata avanti la questione della parità salariale. Tre decenni di “ideologia di mercato, di massimizzazione dei profitti” e di globalizzazione neoliberista hanno portato ad una “estrema ingiustizia sociale” ed hanno creato un terreno fertile per forze reazionarie e autoritarie che fanno leva sulle paure della gente. Per la sindacalista, la via alternativa verso un futuro migliore è quella verso l’uguaglianza per tutti – per le donne, ma anche per le migranti e i migranti. A Berna circa duemila persone hanno preso parte al corteo, compresi alcuni giornalisti dell’Ats con uno striscione di protesta contro la politica volta al profitto del Cda, già dispiegato durante lo sciopero di fine gennaio-inizio febbraio dopo l’annuncio dello smantellamento della redazione. A difendere la parità dei salari è stato anche il presidente della Confederazione Alain Berset a Sion. “In media le donne guadagnano meno degli uomini per lo stesso lavoro, ciò è scandaloso”, ha rilevato, ricordando la Carta per la parità salariale nel settore pubblico. Il testo invita Cantoni e Comuni a intensificare il loro impegno a favore di una remunerazione equa tra uomini e donne. Finora hanno firmato 14 Cantoni – tra cui il Ticino – e 33 Comuni.