Un assist per Trump
Washington – L’assist di Netanyahu è stato perfetto. E raccogliendo il passaggio del premier israeliano, Donald Trump ha calciato: “Avevo ragione al 100%”. Il 12 maggio prossimo il presidente rivelerà la sua decisione in merito alla conferma dell’adesione statunitense all’accordo internazionale sul nucleare iraniano, e la sua determinazione sembra chiara a conferma che è pronto a ritirarsi dall’accordo. Ancora lunedì, il neosegretario di Stato Mike Pompeo ha ribadito con chiarezza le intenzioni di Washington, dando assicurazione che “a differenza dell’amministrazione precedente”, quella attuale non è disposta ad ignorare “l’ampiezza del terrorismo iraniano”. Gli accordi, ha sostenuto Pompeo, hanno avuto l’effetto opposto a quello sperato dai firmatari: invece di moderare le attività del regime, l’hanno reso più aggressivo, tanto che ora “aspira a dominare il Medio Oriente”. Washington è dunque determinata a impedire che riesca a dotarsi di armi nucleari, ma questa è un’ovvietà ed è il senso stesso dell’accordo. Senonché alla Casa Bianca occorre dimostrare chi detta legge nell’epoca Trump: se dunque gli europei non si adopereranno per modificare il documento – in dieci giorni, figuriamoci, e con Teheran del tutto indisponibile – gli Usa si ritireranno. Poco ha potuto quindi il pressing europeo: la cancelliera Angela Merkel venerdì nella capitale Usa non ha scalfito il presidente Usa, ma nemmeno il presidente francese Emmanuel Macron, ricevuto alla Casa Bianca con gli onori della prima visita di Stato dell’era Trump e i baci e gli abbracci. Esauriti i quali, il capo dell’Eliseo è stato costretto ad ammettere: «Non sono riuscito a convincerlo. Credo che Trump uscirà dall’accordo sul nucleare iraniano». E per ringraziare Netanyahu andrà a Gerusalemme a inaugurare la nuova ambasciata Usa...