Frizzo sbotta: ‘Trattative inutili’
Le Nuove Officine Ffs restano avvolte nel mistero. Dall’incontro di Piattaforma di lunedì a Lucerna non è trapelato nulla sul nuovo stabilimento industriale “d’avanguardia per la manutenzione del materiale rotabile”, indicato nella Dichiarazione d’intenti sottoscritta lo scorso dicembre da Ferrovie, Cantone, Città. Una firma che per gli operai resta dunque una cambiale in bianco oppure, ricorrendo a un altro modo di dire sull’impegno pubblico di 120 milioni di franchi garantito da governo e Municipio, un acquisto a scatola chiusa. Questo almeno a mente di Gianni Frizzo, portavoce del gruppo di operai sedutisi al tavolo delle trattative con la mediazione di Franz Steinegger.
«Fatico a capire il senso di queste discussioni», commenta Frizzo. Da noi contattato, il leader dello sciopero di dieci anni fa spiega i motivi delle sue perplessità, elencando ancora quelli che reputa essere gli ultimi tagli effettuati dalle Ffs all’attuale stabilimento. «La manutenzione di carri merci è stata trasferita in Germania, locomotive vecchie e nuove non vengono più revisionate a Bellinzona, dove – in più – si è chiuso l’ufficio del personale e la portineria e dove non si sa nulla del settore controlling e contabilità. Si discute del 2028 senza entrare nel merito di che ne sarà, fino ad allora, delle Officine, parlando semmai di ‘stabilità’ nei prossimi 3 o 4 anni. Beh, a noi ciò non basta».
E al governo? All’incontro erano presenti Christian Vitta e Claudio Zali. «Nella dichiarazione d’intenti vi sono elencati impegni vincolanti, che noi vorremmo ora fossero discussi pubblicamente. Ma ripeto: non s’è visto nulla, alcun aggiornamento. Un muro di gomma: son fermi sulle loro posizioni, mentre noi constatiamo che i volumi annuali scenderanno ancora fino a 200mila ore (la metà di quanto pattuito), che equivalgono al lavoro di 125 dipendenti con la manutenzione semplice». Frizzo si spinge oltre: Cantone e Città rischiano di essere complici di un fallimento. «Mi chiedo come faranno a far approvare i crediti: cosa diranno in Gran Consiglio e in Consiglio comunale?».