Palagnedra e Rasa, speranze riposte nel Parco
Venerdì 27 aprile, a Palagnedra, i cittadini patrizi di Palagnedra e Rasa si sono riuniti in assemblea. All’ordine del giorno diverse trattande: consuntivi 2017 (che si chiudono in parità) e preventivo 2018, accettati all’unanimità. Archiviati anche i conti finali, in attivo grazie ai sussidi, della Riserva forestale. L’utile servirà alla manutenzione dei sentieri della stessa zona naturalistica. La Riserva, come noto, fungerà da polmone verde all’interno del futuro Parco nazionale del Locarnese in quanto farà parte della zona cosiddetta centrale, che si estende a cavallo del Ghiridone, interessando anche il versante brissaghese. Proprio il tema del futuro Parco ha dato luogo ad un’animata discussione. Pomo della discordia, l’area nucleo, da alcuni ritenuta fonte di proibizioni e limitazioni. Da altri, e in particolare dall’Amministrazione viene invece vista come serbatoio di biodiversità e quindi motivo di richiamo per qualche giovane ricercatore che, data la visibilità del marchio Parco nazionale, arriverà.
Il presidente del Patriziato, Claudio Simoni, ha fatto notare come il piccolo ente beneficerà di un compenso di circa 25mila franchi annui di remunerazione per aver messo a disposizione del Parco la propria, impervia, zona centrale. Si tratta di un’entrata mai vista in precedenza e che permetterà all’ente di investire in opere utili per i villaggi: così si è espresso il segretario Giampiero Mazzi, che ha, fra l’altro, spiegato la necessità di intervenire di nuovo sul meccanismo del mulino patriziale. Il manufatto, risalente al 1840 e restaurato nel 2004, presenta difetti nella macinazione e deterioramento nella ruota esterna. Negli ultimi tempi l’Amministrazione ha fatto intervenire persone con esperienza nel campo specifico e ora si valuterà come agire. Sarà comunque un gruppo ad hoc ad occuparsene.
Accettate, a spron battuto, anche le altre trattande all’ordine del giorno. Tra queste un contributo di mille franchi per il restauro della chiesa di Rasa. I presenti all’assemblea avrebbero voluto dare un sostegno ben maggiore, ma la fragile situazione delle casse dell’ente non lo permette.