Migranti e senzatetto, ‘serve soluzione’
Tolti i tendoni allestiti nel cortile del Centro pastorale Cardinal Ferrari, da domenica a Como un centinaio fra migranti e clochard sono tornati a dormire in strada. Oltre cinquanta quelli che si sono riparati sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco, di fianco al Tribunale. Alcuni senzatetto avrebbero lasciato il capoluogo lariano, gli altri hanno cercato dormitori di fortuna in edifici dismessi. ‘Como Senza Frontiere’ è così tornata a chiedere al Comune di non nascondersi e di trovare una soluzione. “Non abbandoniamo la speranza di cambiare la mentalità degli indifferenti – spiegano i volontari –. La speranza, contro ogni ipotizzabile consueto scenario di colpevole inattività, è che qualcosa venga fatto prendendo atto che esistono doveri istituzionali e non solo potere e privilegi”. Ora si sollecitano le autorità a individuare un immobile adatto ad accogliere un secondo dormitorio pubblico, per dare un rifugio per la notte a una cinquantina di persone, mettendo a disposizione un centro diurno per le attività di socializzazione e servizi igienici in città. Ma ancora una volta siamo al muro contro muro. La leghista Alessandra Locatelli, vicesindaco, è tornata a ribadire che in città non c’è posto per un secondo dormitorio. ‘Como Accoglie’, una delle associazioni più attive, ha deciso di lanciare un appello a “tutte le realtà associative comasche, religiose e non, perché si attivino per realizzare forme di accoglienza diffusa: una, due, tre persone cui mettere a disposizione uno spazio per garantire non solo una vita umana e dignitosa, ma per permettere loro di perseguire un percorso di integrazione impedito dal vivere su un marciapiede”.