Un nuovo tipo di guerra
Le “fake news” (Fn) sono notizie credibili, però false. Seminate tra il pubblico affinché esso vi imbastisca intorno un discorso, devono influenzare il processo di formazione dell’opinione pubblica per dirigerla verso scelte precise. Suscita scalpore l’uso che se ne fa negli Usa, una cattiva risposta alle paralizzanti regole della “correttezza politica”, la quale sostiene un insieme di tesi che in parte sono pure delle Fn, in ogni caso dei pensieri obbligati. Assistendo ai dibattiti prima di una votazione, la nostra mente produce per noi una sorta di Fn ogni volta che crediamo qualcosa (quello che ci conviene?) a uno e non all’altro partito, giornale o persona. La nostra opinione è mediata da una valutazione personale che solitamente non sappiamo verificare. Però rimaniamo tutti convinti (e illusi!) di conoscere la realtà. Con la rapida diffusione sul web di notizie e opinioni contrastanti, questo è diventato un problema. Sono finiti i tempi in cui esistevano un’unica o poche “verità”, imposte da chiese o partiti. Non si sa più cosa credere e mettersi d’accordo diventa un’impresa. Se non vogliono perdere voti, in Italia i partiti non possono più evitare di considerare il movimento no-vax (contro le vaccinazioni), generato da una vecchia Fn smentita. Poter credere a qualcuno diventa necessario. A libri, riviste e quotidiani affidabili? E chi garantisce per loro? Alla luce dei dubbi la realtà esplode e non c’è più nulla a cui aggrapparsi. La società perde coesione, si sbriciola in innumerevoli gruppuscoli chiusi di per- sone che vogliono credere le stesse cose e imporle agli altri, perché dilaga l’insicurezza. Viene così a mancare lo scambio di opinioni costruttivo, che cerca la verità e governare democraticamente diventa sempre più difficile. Ed è proprio di questo che si approfitta nei giochi di potere (esempio: Russia contro Europa). Si mira a distruggere l’integrità di uno stato, cioè la capacità della sua popolazione di concordare pacificamente soluzioni nel proprio interesse, basandosi su certe informazioni, tra le quali poi vengono però seminate delle Fn mirate, che hanno lo scopo di indurla a fare il gioco dell’aggressore, dopo aver alimentato dissidi e sfiducia. Non a caso Putin cura i rapporti con i partiti populisti, disgregato- ri dei governi europei. Al resto penseranno le Fn che indurranno a votare per i populisti. A un livello ancora più preoccupante troviamo i numerosi ciber-attacchi (Fn codificate attribuite ai Russi) ai sistemi informatici di istituzioni e reti strategiche occidentali, militari e civili (come parlamenti, amministrazioni, ospedali, reti telecom, elettriche e idriche), che potrebbero causarci una paralisi totale. Per ora Putin si accontenterebbe di vedersi levate, con l’aiuto dei partiti populisti, le sanzioni economiche e riconosciuta de facto l’annessione della Crimea. Potrebbero resistergli solo governi credibili di popolazioni abituate a dirsi la verità. Altrimenti ci dovrà pensare la censura!