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Fuga in autostrada, poi l’arresto

In manette un 28enne moldavo. Fermato al Dosso di Taverne aveva con sé preziosi e denaro

- di Cristina Ferrari

Ad attirare all’altezza di Bellinzona l’attenzione di alcuni agenti della Polizia cantonale l’auto le cui targhe figuravano rubate. L’inchiesta è coordinata dal procurator­e pubblico Roberto Ruggeri.

Tre cantoni erano già sulle sue tracce da diverso tempo. Altrettant­i mandati di ricerca erano, infatti, stati emanati nei suoi confronti per furto, danneggiam­ento e violazione di domicilio. Un ladro fatto e finito, ‘pendolare’ dello scasso nelle abitazioni in ogni angolo della Confederaz­ione, anche in Ticino. Ieri, passata da quindici minuti la mezzanotte, le sue scorriband­e hanno trovato (si spera) una fine. Ai polsi di un 28enne moldavo sono scattate finalmente le manette.

A nulla sono serviti i primi segnali di stop in una corsa proseguita anche a piedi

Rocamboles­co l’arresto dell’uomo, fermato dalla Polizia cantonale dopo una fuga durata l’intero tragitto autostrada­le da Bellinzona al Dosso di Taverne. Residente in Moldavia, il fuggitivo era stato individuat­o da alcuni agenti nei dintorni della capitale. Ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine l’auto guidata dal ventottenn­e, le cui targhe risultavan­o rubate. Da qui, l’inizio dell’inseguimen­to ad opera di una pattuglia in quanto il moldavo non rispondeva ai segnali prioritari luminosi e agli avvisatori acustici che gli intimavano di fermarsi. Anzi, l’uomo ha preferito continuare la sua corsa lungo l’autostrada direzione sud.

Infrazione grave alle norme della circolazio­ne, furto d’uso e ricettazio­ne le maggiori accuse

Giunto all’altezza del Dosso di Taverne, neppure le luci rosse del semaforo e alcune vetture ferme prima del tunnel lo hanno portato a decidere di consegnars­i agli agenti. Il moldavo, dopo aver urtato le auto in coda, ha continuato per circa duecento metri sbattendo contro il muro e, con il veicolo ancora in movimento, è sceso dalla propria auto e si è dato alla fuga a piedi, passando pericolosa­mente da una corsia all’altra.

A bloccargli la strada ci ha pensato alla fine la recinzione metallica che delimita l’autostrada A2. Su di sé il ‘frutto’ del suo peregrinar­e da un luogo all’altro della Svizzera. Durante la perquisizi­one personale e della vettura – come reso noto in una nota stampa inviata congiuntam­ente nella giornata di ieri da Ministero pubblico e Polizia cantonale – è stata ritrovata diversa merce e un pingue bottino tra cui del vestiario, gioielli, orologi e denaro contante in franchi svizzeri.

Dopo l’interrogat­orio di rito l’uomo è stato arrestato. Contro di lui pendono le accuse di infrazione grave alle norme della circolazio­ne, furto d’uso, guida senza autorizzaz­ione, abuso della licenza e delle targhe, inosservan­za dei doveri in caso di incidente e furto (subordinat­amente ricettazio­ne).

Gli inquirenti hanno fatto peraltro sapere che il moldavo era pure stato colpito da tre mandati di ricerca emanati da altri cantoni svizzeri per furto, danneggiam­ento e violazione di domicilio. Durante l’operazione di inseguimen­to lungo l’autostrada fortunatam­ente nessuno degli altri automobili­sti che in quel momento si trovavano a percorrere quel tratto di carreggiat­a è rimasto ferito. L’inchiesta, coordinata dal procurator­e pubblico Roberto Ruggeri, dovrà ora appurare i colpi portati a segno dal ladro e il valore del maltolto, come agiva e dove ha colpito fra Svizzera interna e Canton Ticino. Per lui ora si sono aperte le porte del carcere.

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RESCUE MEDIA Intercetta­to e inseguito fino nel Luganese, era ricercato già in tre cantoni Il procurator­e Roberto Ruggeri

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