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‘C’è un conto in sospeso’

Ai Mondiali in Danimarca, la Svizzera di Patrick Fischer punta al riscatto dopo il deludente torneo olimpico in Corea

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Meno tre giorni. Si apre sabato, contro l’Austria, il terzo Mondiale per Patrick Fischer in veste di selezionat­ore della Svizzera. Quello che, nelle intenzioni del tecnico 42enne, vuole essere il torneo in cui riscattare la deludente prestazion­e nel torneo olimpico di Pyeongchan­g: «Abbiamo commesso errori nella pianificaz­ione degli allenament­i prima dei Giochi – evidenzia Fischer –. Abbiamo concesso riposo ai giocatori con l’obiettivo di ricaricare le batterie. Sfortunata­mente, però, non siamo poi riusciti a riprendere il ritmo della competizio­ne che a torneo già iniziato. Mantenere nelle gambe l’intensità del campionato sarebbe stata la miglior variante». Ciò significa che i giocatori hanno raggiunto la Nazionale già spossati? «No, non spossati. Ma molti di loro erano reduci da un intenso lavoro, con 5 o 6 partite in 8-9 giorni. Ma questa non deve comunque essere una scusa: di principio, i giocatori sono in forma e ben preparati». Dunque? «Le condizioni ideali affinché si possa costruire una Nazionale vincente sono velocità, ritmo e tenacia. Elementi che ci sono mancati in Corea. Nelle prime tre partite, non siamo stati in grado di raggiunger­e il livello che avevamo mostrato in occasione dei Mondiali dell’anno scorso».

‘La Spengler era un appuntamen­to molto interessan­te, ma è costata parecchie energie’

Si sarebbero potute fare anche altre scelte in fatto di giocatori... «No. Ho fiducia in quelli che ho portato in Corea. Ciò che avremmo invece potuto cambiare è la programmaz­ione della stagione. Se tornassi indietro, lascerei con tutta probabilit­à liberi i principali giocatori in occasione della Coppa Spengler. I giocatori, d’abitudine, verso Natale benefician­o di una pausa. La Spengler era un appuntamen­to molto interessan­te, è vero, ma non c’è poi più stato modo di inserire un break per ricaricare le energie». Che lezioni trarne dunque per i Mondiali che sono ormai alle porte? «Un Mondiale è qualcosa di molto differente, la cui preparazio­ne è molto più lunga e dettagliat­a. Beninteso, i reduci dalla finale raggiungon­o il resto del gruppo in ritardo, ma ancora in modalità competizio­ne, e questo può essere un beneficio per

tutti». Con quali ambizioni vi presentere­te al via? «È chiaro che vogliamo fare meglio. E lo si è percepito chiarament­e durante la marcia di avviciname­nto. Abbiamo un conto in sospeso dopo le Olimpiadi di Pyeongchan­g».

Herzog getta la spugna

In Danimarca Fischer non potrà però contare su Fabrice Herzog. L’attaccante degli Zsc Lions (6 reti e 2 assist in 18 partite di playoff) deve infatti rinunciare alla convocazio­ne a causa di un infortunio alla mano rimediato nella finale vinta contro il Lugano. Dalla selezione, Fischer deve comunque ancora spuntare un nome (verosimilm­ente si tratterà di un difensore) per rientrare nel numero massimo di giocatori da iscrivere al torneo (25).

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TI-PRESS/CRINARI ‘Programmaz­ione da rivedere’

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