laRegione

Chiesa: ‘Oggi tocca a noi ringraziar­e il nostro pubblico’

-

Lugano – Chiara e Greta, due amiche, la prima di Lugano e la seconda bellinzone­se, non hanno dubbi: «È stato un finale amaro ma giusto; anche appagante, a pensare per come si erano messe a un certo punto le cose durante la stagione», commentano in coro le due tifose mentre imboccano il corridoio della Reseghina. Roberto, altro grande tifoso del Lugano, dice di essere venuto alla festa «con un sentimento molto positivo. Per me è come se avessimo vinto il titolo, perché il Lugano ha davvero disputato un buon campionato. Il mio ricordo più bello di quest’anno è quello di gara 3 della semifinale col Bienne: sotto di tre reti alla TissotAren­a, pensavo che il campionato fosse ormai finito. E invece... Questa è una squadra che ha dimostrato carattere». Alessandro Chiesa, prima di mischiarsi tra la gente all’interno della Reseghina, osserva tutti dall’alto, appoggiato alla ringhiera ma senza stampelle né tutore: «È il mio secondo giorno senza – evidenzia il capitano –. Ora la priorità è quella di riprendere a camminare normalment­e, poi, in una seconda fase, dovrò lavorare per ricostruir­e la muscolatur­a». Detto ciò, Chiesa dà un occhio alla folla sottostant­e: «È importante per me essere qui stasera. Oggi tocca a noi ringraziar­e il pubblico per quanto ha fatto durante la stagione. Nella finale, poi, i nostri tifosi sono stati strepitosi. All’Hallenstad­ion c’ero anch’io, e i cori che si sentivano erano solo i loro!». Poco distante, ecco spuntare Julien Vauclair, pure lui zoppicante: «Oggi ho fatto una risonanza magnetica: nei prossimi giorni avrò i risultati. La sensazione è comunque che, purtroppo, non sia qualcosa di lieve entità...». Il difensore torna poi sulla stagione, e in particolar­e sul suo epilogo: «Questa festa è l’occasione ideale per lasciarsi alle spalle il momento difficile della sconfitta nella partita decisiva. Essere arrivati così vicini ma non avercela fatta fa male, molto. È un colpo duro da incassare. Cerco di vedere le cose positive, e per me, quelle principali, sono due: il grande attaccamen­to alla squadra dimostrato dai nostri tifosi e il fatto che siamo riusciti ad arrivare alla bella della finale con mezza squadra composta da giocatori cresciuti nel nostro vivaio, cosa che non capitava più da tempo immemore». Tra un autografo e l’altro, Elia Riva elogia pure lui il pubblico «per l’incredibil­e sostegno che ci ha dato. Se siamo arrivati fino a gara 7 della finale è anche merito loro. Stasera è la loro festa: sono contento di poter spendere un po’ di tempo con i nostri tifosi, se lo meritano. Dal canto nostro, sono convinto che, sebbene sia mancato il titolo, abbiamo offerto loro una stagione ricca di emozioni. Abbiamo dimostrato carattere e grande unità di gruppo. Per me questi sono gli aspetti più importanti in una squadra». M.I.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland