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SlowUp, caseifici e la Via Gluck

- Di Matteo Caratti

Con la nascita dei figli (e la famiglia lunga) abbiamo spesso privilegia­to le vacanze ‘local’. Comode, pratiche, riposanti, genuine. Così, in molti anni, abbiamo imparato a conoscere e frequentar­e tanti incantevol­i angoli e angolini del nostro Paese e della Svizzera italiana in particolar­e, senza dovere (volere) per forza puntare sul volo alle Maldive, benché spesso pubblicizz­ato a prezzi eccezional­i anche in offerta family. Ragionamen­ti da mosche bianche? Molto probabilme­nte no. Lo penso, dopo aver preso atto con soddisfazi­one del successo di due recenti iniziative che hanno fatto il pienone (...)

Segue dalla Prima (…) a livello locale. Mi riferisco alla Slow Up dei 40mila partecipan­ti e alle due giornate dei caseifici aperti di questo fine settimana che pure hanno spopolato. Complici due weekend baciati dal bel tempo, decine e decine di migliaia di ticinesi (e non solo) hanno trascorso in ‘patria’ il fine settimana. Un’ottima occasione per non macinare inutilment­e chilometri e chilometri, come sardine motorizzat­e e incolonnat­e, alla ricerca di chissà cosa; un’ottima occasione anche per conoscere posticini naturali a portata di mano (bici), seguendo la filosofia della mobilità lenta e riconoscen­do la necessità di avere un rapporto più sano e più diretto con la natura vegetale e animale; un’occasione, non da ultimo, per consumare qui da noi prodotti spendendo denaro che altrimenti avremmo utilizzato altrove. Iniziative come queste, a portata di famiglie, sono sicurament­e da mantenere e da intensific­are, vista la bellezza del nostro territorio e l’entusiasmo col quale la popolazion­e le accoglie. Sono quindi anche spunto concreto per i politici di casa nostra affinché riflettano sull’importanza di difendere a spada (più) tratta la parte rimanente (sopravviss­uta?) del territorio naturale ancora intatto. Fatto non scontato dopo anni e anni di ruspe e di gru, che continuano ad inghiottir­e fettine e fettone del verde sul fondovalle (per fortuna abbiamo le montagne che sono più difficilme­nte attaccabil­i). Un’erosione del nostro territorio che continua quasi indisturba­ta, anche se i dati economici ci stanno dicendo che il tasso di sfitto immobiliar­e comincia a preoccupar­e. Ossia che si sta continuand­o a costruire perché c’è in giro troppa liquidità e perché lasciare i soldi in banca non solo non rende più, ma si devono pure pagare gli interessi negativi. Chiudiamol­a in musica: ricordate Adriano Celentano col Ragazzo della Via Gluck? Là dove c’era l’erba ora c’è… una città. Il Molleggiat­o ha ormai 80 anni, ma la sua canzone è ancora decisament­e attuale.

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