Lotta al terrorismo, richiesti più fondi a Berna
Il Consiglio di Stato non è del tutto convinto dall’avamprogetto della Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo. Che riguardano soprattutto, nell’ambito della lotta alla radicalizzazione, il divieto di avere contatti e di accedere o lasciare determinate aree. Misure, queste, che devono essere decise dall’Ufficio federale di polizia su istanza di un Cantone o del Servizio delle attività informative della Confederazione. Se il governo è dell’opinione che ‘‘le misure proposte permettano di colmare le attuali lacune nel settore della polizia, al fine di riconoscere e prevenire le forme di radicalizzazione politica e ideologica e di estremismo violento’’, a suo avviso manca qualcosa. E non di poco conto. Quanto proposto dal Consiglio federale, infatti, scrive il governo ticinese nella sua risposta alla procedura di consultazione, ‘‘lascia irrisolto l’aspetto fondamentale di una definizione, attualmente inesistente, della fattispecie penale dei reati di terrorismo’’. A tal proposito, il Consiglio di Stato fa riferimento a un’iniziativa recentemente approvata dalla Camera del popolo che chiede al Consiglio federale ‘‘di dotarsi di un norma specifica contro il terrorismo che punisca anche il sostegno e l’apologia di questi atti, nonché gli atti preparatori. L’iniziativa mira a punire chiunque commetta atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione’’. Per questo motivo, è opinione del governo che ‘‘la proposta potrà costituire la base necessaria per dare un senso concreto alle misure proposte nell’avamprogetto della presente consultazione’’. Ma a preoccupare il governo è anche la questione economica. Condividendo ‘‘in parte’’ le misure proposte, viene ricordato come ‘‘il Dipartimento federale dovrà, a nostro avviso, rivedere le ripercussioni finanziarie per i Cantoni’’. Perché gli investimenti previsti saranno a carico ‘‘in primis’’ del Cantone, come successo con la creazione di un servizio per la gestione cantonale delle persone minacciose e pericolose. Ma ‘‘dovranno essere ripensati anche a livello di Confederazione’’. Considerando, non da ultimo, il fatto che tra le misure proposte c’è l’uso del braccialetto elettronico. Che ‘‘non è certo esente da investimenti finanziari dei quali occorre tenere conto’’.