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Mattarella tra l’incarico o un governo di ‘tregua’

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Roma – Il terzo round di consultazi­oni oggi al Quirinale, dopo 63 giorni di stallo, dà il via ad una settimana definitiva per la formazione (o meno) del governo. Il presidente Mattarella rivedrà per la terza volta i rappresent­anti dei gruppi parlamenta­ri. Serve un accordo con una maggioranz­a di governo altrimenti il Quirinale compierà il suo passo per un governo di tregua. Se oggi si presentass­ero al Quirinale i partiti con un’intesa che prevede il nome del premier, la sua proposta di governo di tregua verrebbe riposta nel cassetto e si aprirebbe la possibilit­à di dare un incarico diretto che potrebbe aprire la strada di una rapida formazione del governo. Ma Mattarella lavora su più fronti. La preparazio­ne di quel governo di tregua al quale è stato costretto dallo stallo politico. Un governo di assoluta emergenza la cui alchemica composizio­ne può essere determinan­te quando sarà il momento di presentarl­o alle Camere per la fiducia. Altro scenario, determinat­osi in questo fine settimana, si concentra sul rimaterial­izzarsi della possibilit­à di un governo politico. Soluzione che probabilme­nte il Colle predilige pur con tutti i suoi limiti. Perché è molto probabile che un eventuale governo di tregua andrebbe a schiantars­i in Parlamento visto che sia Di Maio sia Salvini hanno a più riprese confermato che non gli daranno la fiducia. Consapevol­ezza acquisita dal Quirinale che in queste ore sta valutando se sia meglio mandare il Paese al voto in ottobre (con la certezza di andare all’Esercizio provvisori­o) o provare le urne a luglio (con la certezza di essere poi accusato di favorire l’astensione).

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Via al terzo round di consultazi­oni

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