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L’Europa rallenta, ma la ripresa prosegue

I dati diffusi da Eurostat nell’ultima settimana mostrano che nei primi mesi del nuovo anno la zona euro sta rallentand­o la sua corsa

- Di Francesco Daveri, CorrierEco­nomia

Nel primo trimestre 2018 il Pil dell’eurozona è infatti cresciuto del 2,5 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2017. È un dato un po’ inferiore all’eccezional­e +2,8 registrato nel quarto trimestre 2017. Una corsa rallentata non è però l’annuncio di uno stop o di una sequenza di futuri “segni meno”. Il +2,5 di oggi è pur sempre lo stesso ritmo di crescita del primo trimestre del 2011 e del primo trimestre del 2008. Pur rallentand­o, l’Europa mantiene il passo rapido sperimenta­to nei trimestri in cui le cose andavano bene prima della crisi. Per ora i dati indicano solo che per un trimestre si è interrotta la fase di accelerazi­one nella dinamica del Pil (dal +1,7 del terzo trimestre 2016 al +2,8 del quarto trimestre 2017) che aveva contraddis­tinto – e sorpreso – le economie europee negli ultimi diciotto mesi.

Immatricol­azioni: presa una pausa!

Consideraz­ioni simili valgono per altri indicatori congiuntur­ali. Le immatricol­azioni di autoveicol­i si sono prese una pausa in febbraio e marzo ma si collocano pur sempre ai valori massimi dall’inizio del 2010. E se è vero che l’indicatore Pmi (Purchasing Manager Index) – l’indice anticipato­re del ciclo economico per eccellenza calcolato mensilment­e dalla società Markit – mostra valori in netto calo nei primi mesi dell’anno, per il momento i dati relativi sia per il manifattur­iero che per i servizi si collocano nettamente al di sopra della soglia di 50 che identifica le fasi di ripresa dell’economia. In altre parole, i manager che conoscono da vicino e in profondità l’attività delle aziende vedono una crescita che rallenta, non l’arrivo di una recessione. C’è poi da considerar­e che il rallentame­nto non sembra essere un dato comune a tutti i Paesi dell’Unione monetaria. A rallentare per ora sono – curiosamen­te – i Paesi nei quali sembra garantita una certa stabilità politica e di conduzione dell’economia come Francia e Germania. Nei Paesi spesso identifica­ti come problemati­ci invece la ripresa prosegue: la Spagna marcia vicina al 3 per cento, mentre l’Italia si attesta su un ritmo di crescita più lento degli altri (+1,5 per cento circa) ma in linea con quello sperimenta­to negli ultimi trimestri. Rimane che è difficile immaginare una continuazi­one della crescita dei Paesi mediterran­ei se il rallentame­nto francotede­sco dovesse consolidar­si nei prossimi mesi.

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