L’Europa rallenta, ma la ripresa prosegue
I dati diffusi da Eurostat nell’ultima settimana mostrano che nei primi mesi del nuovo anno la zona euro sta rallentando la sua corsa
Nel primo trimestre 2018 il Pil dell’eurozona è infatti cresciuto del 2,5 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2017. È un dato un po’ inferiore all’eccezionale +2,8 registrato nel quarto trimestre 2017. Una corsa rallentata non è però l’annuncio di uno stop o di una sequenza di futuri “segni meno”. Il +2,5 di oggi è pur sempre lo stesso ritmo di crescita del primo trimestre del 2011 e del primo trimestre del 2008. Pur rallentando, l’Europa mantiene il passo rapido sperimentato nei trimestri in cui le cose andavano bene prima della crisi. Per ora i dati indicano solo che per un trimestre si è interrotta la fase di accelerazione nella dinamica del Pil (dal +1,7 del terzo trimestre 2016 al +2,8 del quarto trimestre 2017) che aveva contraddistinto – e sorpreso – le economie europee negli ultimi diciotto mesi.
Immatricolazioni: presa una pausa!
Considerazioni simili valgono per altri indicatori congiunturali. Le immatricolazioni di autoveicoli si sono prese una pausa in febbraio e marzo ma si collocano pur sempre ai valori massimi dall’inizio del 2010. E se è vero che l’indicatore Pmi (Purchasing Manager Index) – l’indice anticipatore del ciclo economico per eccellenza calcolato mensilmente dalla società Markit – mostra valori in netto calo nei primi mesi dell’anno, per il momento i dati relativi sia per il manifatturiero che per i servizi si collocano nettamente al di sopra della soglia di 50 che identifica le fasi di ripresa dell’economia. In altre parole, i manager che conoscono da vicino e in profondità l’attività delle aziende vedono una crescita che rallenta, non l’arrivo di una recessione. C’è poi da considerare che il rallentamento non sembra essere un dato comune a tutti i Paesi dell’Unione monetaria. A rallentare per ora sono – curiosamente – i Paesi nei quali sembra garantita una certa stabilità politica e di conduzione dell’economia come Francia e Germania. Nei Paesi spesso identificati come problematici invece la ripresa prosegue: la Spagna marcia vicina al 3 per cento, mentre l’Italia si attesta su un ritmo di crescita più lento degli altri (+1,5 per cento circa) ma in linea con quello sperimentato negli ultimi trimestri. Rimane che è difficile immaginare una continuazione della crescita dei Paesi mediterranei se il rallentamento francotedesco dovesse consolidarsi nei prossimi mesi.