Amazon presto la prima?
Il gigante del commercio online Amazon.com è diventato la seconda più grande azienda al mondo per valore in Borsa, con 768 miliardi di dollari. Molti analisti di Wall Street scommettono che diventerà la prima azienda da un trilione, cioè mille miliardi di dollari, scavalcando Apple.
Dietro la sua crescita mostruosa non c’è solo il genio del suo fondatore Jeff Bezos. Un altro Jeff, finora rimasto dietro le quinte, ha spinto il boom del fatturato da 1 miliardo di dollari quando nel 1999 è entrato nella società di Seattle ai 178 miliardi di oggi. Si chiama Jeff A. Wilke, è nato a Pittsburgh (Pennsylvania), ha 51 anni (tre meno di Bezos) e da due anni è il Ceo (chief executive officer, amministratore delegato) della divisione globale ‘consumatori’ di Amazon.com.
Jaw e Jeff
In altre parole, Jaw – così lo chiamano i colleghi, con l’acronimo delle sue iniziali, per non fare confusione fra i due Jeff – si occupa della vendita di tutti i prodotti offerti online e nei negozi ‘di mattoni’ – dalle librerie ai supermercati della catena Whole foods comprata l’anno scorso – e della logistica necessaria a muovere le merci dai commercianti ai depositi fino al domicilio dei clienti. Ed è proprio la sua maestria nella logistica una delle qualità che ha fatto fare carriera a Wilke e che ora l’ha messo sotto i riflettori della cronaca. L’accordo da lui siglato con le Poste americane – Usps, United states postal service – infatti è nel mirino del presidente Usa Donald Trump, che accusa Amazon.com di sfruttare il servizio pubblico senza pagarlo abbastanza. I postini di Usps consegnano ai clienti americani di Amazon circa il 40% dei prodotti acquistati, lavorando anche la domenica. “È da oltre 20 anni che collaboriamo con Usps in modo proficuo, creando un bel po’ di posti di lavoro e spero di continuare questa fantastica relazione”, ha dichiarato Wilke in risposta ai tweet con cui Trump ha proposto di “far pagare molto di più” i servizi delle Poste ad Amazon.com.
L’abbonamento a Prime
Da Wilke dipende anche la gestione dell’abbonamento a Prime, che è arrivato a contare oltre 100 milioni di clienti e ora comprende – oltre alla consegna gratuita a casa entro due giorni – l’accesso alla musica, ai film e agli altri video distribuiti in streaming da Amazon.com: l’aumento del suo prezzo da 99 a 119 dollari scattato l’anno scorso ha contribuito al balzo all’insù dei profitti del primo trimestre 2018, arrivati a 1,63 miliardi di dollari con un aumento del 125% sullo stesso periodo del 2017.
Nerd sì, ma amo la birra
Lui ammette di essere un nerd, secchione fanatico dei computer, ma che ama anche “la birra, la musica, il football” insieme al suo mestiere di “servire direttamente il consumatore”. Wilke l’ha spiegato alla rivista del prestigioso Mit, il Massachusetts institute of technology dove – dopo la laurea in Ingegneria chimica a Princeton – ha ottenuto il Master e l’Mba seguendo il programma per i Leader nella manifattura.
Migliorare Intelligenza artificiale e machine learning usate da Amazon per prodotti che dialogando con i clienti possono, fra l’altro, fare per loro lo shopping online
“Wilke ha studiato le difficoltà della logistica come se fossero problemi della
produzione, focalizzandosi su come portare la merce ai clienti nel modo più efficiente e meno caro – ha osservato un suo professore al Mit, Erik Brynjolfsson –. Wilke è riconosciuto come un mago nel saper mettere insieme più componenti e consegnarli in tempo nel minor numero possibile di spedizioni”. Prima di entrare in Amazon.com nel 1999, Wilke ha lavorato in varie aziende della chimica e dell’elettronica e nella società aerospaziale AlliedSignal. A Seattle ha fatto carriera da general manager delle operazioni a responsabile delle vendite nel Nord America fino alla promozione a ceo della divisione “worldwide consumer” nell’aprile 2016. Ora la sua missione è migliorare le tecniche dell’Intelligenza artificiale e del machine learning usate da Amazon.com per prodotti come il suo speaker intelligente Echo e la sua assistente virtuale Alexa, che dialogando con i clienti può fra l’altro fare per loro lo shopping online. Su una cosa in particolare i due Jeff sono d’accordo: il gigante Amazon può e deve crescere ancora molto di più, espandendosi fuori dagli Usa nei Paesi emergenti come l’India e il Brasile. “Stimiamo che il mercato mondiale delle vendite al dettaglio sia di 25mila miliardi di dollari – ha detto Wilke –. E noi ne controlliamo meno dell’1 per cento”.