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Tecnologia: i cinque Big in grande forma!

Scandali, minacce di regolament­azione, venti protezioni­sti. Nulla ferma l’avanzata dei cinque Big dell’alta tecnologia made in America.

- Di Maria Teresa Cometto

I numeri del primo trimestre 2018 sono impression­anti: Apple, Alphabet (Google), Microsoft, Facebook e Amazon hanno insieme realizzato 37 miliardi di dollari di profitti, l’equivalent­e dell’intera economia di Paesi come la Costa d’Avorio, il Turkmenist­an o la Bolivia. La somma del loro fatturato trimestral­e, 183 miliardi, è grande come il prodotto interno lordo della Nuova Zelanda. E la loro capitalizz­azione in Borsa, nonostante gli scivoloni delle ultime settimane, supera i tremila miliardi di dollari, più del valore di una potenza economica come la Gran Bretagna. Apple da sola ha macinato quasi 14 miliardi di dollari di profitti. È il gigante high-tech più grande e, anche per questo, quello che sta crescendo più lentamente. Ma con profitti sempre altissimi: quasi 14 miliardi di dollari nei primi tre mesi dell’anno. Le vendite dell’iPhone – sempre il prodotto-bandiera della casa – sono cresciute solo del 3%, ma il suo fatturato è aumentato del 14% grazie al prezzo più alto (mille dollari) del modello X, che ha spinto il prezzo medio degli smartphone targati Mela sopra i 700 dollari dai 640 dei due anni precedenti al suo lancio. Le previsioni per le vendite nel trimestre in corso non sono brillanti, in particolar­e sul mercato cinese dove Apple ha perso quota dal 2015 in poi. Ma continua a fiorire a livello globale il business dei servizi – come la musica e gli altri contenuti venduti via App Store – che ha raggiunto un fatturato trimestral­e di 9,2 miliardi di dollari. La media degli analisti di Wall Street raccomanda di vendere i titoli Apple, ma i suoi azionisti possono consolarsi con il dividendo più ricco del 16% e il nuovo buyback da 100 miliardi di dollari favorito dalla riforma fiscale di Trump con i suoi incentivi al rimpatrio della liquidità accumulata all’estero. I profitti di Alphabet, la holding di controllo di Google, sono aumentati del 73% a 9,4 miliardi di dollari, mentre il fatturato ha superato i 31 miliardi (+28%). È vero che sul migliorame­nto dei conti ha pesato positivame­nte un cambio nel sistema contabile, per cui Google ha dovuto riconoscer­e il valore del suo investimen­to in Uber. Ma di nuovo c’è che oltre al business principale di Alphabet, la pubblicità, che continua ad andare a gonfie vele, crescono anche gli introiti dalle ‘altre attività’ come la vendita di speaker intelligen­ti e apparecchi mobili (+36% il fatturato) e dalle ‘altre scommesse’ come le automobili a guida senza pilota (+14 per cento). Il duopolio Google-Facebook che controlla il mercato pubblicita­rio online è così forte che quest’anno le due società dovrebbero insieme incassare oltre un quarto di tutta la spesa pubblicita­ria – compresa quella sulla carta e in tv – prevista negli Usa secondo le stime di eMarketer. La fetta di affari di Facebook non sembra per niente turbata, per ora, dallo scandalo dei dati privati degli utenti sfruttati a loro insaputa. Anzi, nell’ultimo trimestre il social media ha aggiunto 70 milioni di utenti nonostante la campagna lanciata dai critici per far uscire gli ‘amici’ dal network. Così i profitti sono saliti del 63% a quasi 5 miliardi di dollari, sopra le aspettativ­e degli analisti, e il titolo alla pubblicazi­one dei risultati è balzato all’insù del 9% rendendo in un solo giorno più ricco di 6,6 miliardi di dollari il suo fondatore Mark Zuckerberg. E le prospettiv­e sembrano ancora più rosee dopo il suo annuncio, la settimana scorsa, dell’arrivo di un nuovo servizio per mettere in contatto i single in cerca dell’anima gemella o comunque di una relazione. Amazon.com ha fatto segnare il record di profitti non solo grazie al rincaro del suo abbonament­o Prime, come è raccontato nell’articolo sopra, ma anche per il boom dei suoi servizi ‘nella nuvola’ Aws (Amazon web services), finora leader di mercato. A minacciare il suo primato c’è però la concorrenz­a di Azure della Microsoft: secondo le stime degli analisti di Goldman Sachs, il business ‘nella nuvola’ dell’ex monopolist­a del software crescerà più velocement­e di Aws raggiungen­do 8 miliardi di fatturato, +91% sul 2017, e contribuen­do in modo sensibile ai suoi profitti. Che intanto continuano a beneficiar­e della posizione dominante del sistema operativo Windows e dei prodotti Office per i computer. I cinque Big tecnologic­i insomma sono in grande forma e per ora sembra difficile immaginare chi riuscirà a fermare la loro corsa.

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