laRegione

Ricordi e risate con Teo Teocoli

- Di Giovanni Medolago

“Torno sempre volentieri a Lugano”, così Teo Teocoli ha salutato, venerdì sera al PalaCongre­ssi di Lugano, un pubblico che sarà poi prodigo di convintiss­imi applausi. Nel prologo del suo show, Teo ha rievocato molti momenti del Teocoli bambino/ragazzo: cresciuto in Via Gluck a pochi metri dalla casa di Adriano Celentano, non solo per questo era convinto sin dalle elementari che sarebbe diventato un cantante. Prima però c’era da fare i conti con un padre/padrone (“Per fortuna stava poco in casa, perché quando c’era mi menava di brutto!”) e un diploma da ragioniere da mettere in bacheca, sapendo però che lì sarebbe rimasto. Teocoli e il suo primo gruppo (non ancora i “Quelli”, che lo vedevano come frontman prima – ahilui! – che il gruppo spiccasse il volo verso il successo come Premiata Forneria Marconi) riescono a strappare una scrittura di tre giorni tre in un locale di Torino. Ma il gestore non li lascia nemmeno finire la loro prima esibizione e li mette alla porta. “Ero lì che sacramenta­vo sistemando gli strumenti sul furgoncino che i Camaleonti ci avevano prestato quando arriva un giovincell­o che in testa aveva un cespuglio di rovi. Domanda se può darmi una mano e io volentieri lo lascio fare. Mi dice che suona nei Campioni, il gruppo di Tony Dallara e poi – quando finalmente gli chiedo come si chiama – mi risponde: Lucio Battisti”! I due si scambiano indirizzo e numero di telefono, restano in contatto e qualche tempo dopo Teocoli accompagne­rà il “cespuglio di rovi” da Giulio Rapetti, alias Mogol. “Ricordo che nello studio c’era anche Ornella Vanoni, che non ci degnò nemmeno di uno sguardo schifato. Grande artista, neh, ma in quanto a simpatia, lasciamo stare…”. È stato un piacere sentirlo raccontare questi e altri aneddoti, anche perché il primo a divertirsi nel rievocarli sembrava proprio lui, che naturalmen­te ha infarcito le sue “rivelazion­i” con battute-strappa-risate, mentre il suo volto prendeva pieghe tra il sorpreso, l’attonito e… la faccia da pirla! Quando il pubblico era ormai conquistat­o, il Teocoli narratore ha lasciato il posto al Teo imitatore. Ray Charles che naturalmen­te propone “Georgia” e poi quell’Adriano Celentano – addirittur­a quasi inquietant­e la sua postura da ex molleggiat­o – che aveva minacciato di non voler imitare mai più dopo una lite per una questione di soldi così furibonda da rischiare di distrugger­e un’amicizia profonda e che dura da oltre mezzo secolo. E invece “Sei forte” è risuonato più volte al Pala, anche perché “Adriano è sempre a corto di aggettivi!”. Finale tutto dedicato al partenopeo Felice Caccamo e alla sua trasferta a Milano con moglie, Bruscolott­i e Pesaola – nomi di vere ex bandiere della squadra di calcio – al seguito. Sotto la Madonnina tuttavia non ci arriverann­o mai, nonostante un viaggio di 2 anni 2: una disavventu­ra degna del miglior Totò!

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