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L’elmo nero e le nuove Guardie

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Roma – “Un saluto speciale va alle nuove Guardie svizzere, ai loro familiari e amici, nel giorno della festa di questo storico e benemerito Corpo. Un applauso a loro!”. Così papa Francesco, al termine del Regina Coeli in piazza San Pietro, si è rivolto alle 32 reclute delle Guardie svizzere che hanno poi prestato giuramento in Vaticano. La data del 6 maggio ricorda l’eroica morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di papa Clemente VII nel Sacco di Roma (1527). Cantone ospite è stato quest’anno quello di Lucerna. Nessuno ha giurato in lingua italiana. È stata una cerimonia suggestiva per l’ambiente in cui si è svolta, il Cortile di San Damaso, con personalit­à del Vaticano a presiederl­a (come l’assessore della Segreteria di Stato mons. Paolo Borgia) e per la folta corona di centinaia di persone: cardinali, rappresent­anti politici e militari della Confederaz­ione, parenti, amici delle reclute presenti. Il comandante Cristoph Graf ha annunciato la novità dell’aumento del contingent­e: dalle attuali 110 fino ad un massimo di 135 unità, cercando nei prossimi mesi nuove aspiranti reclute. Venerdì scorso il comandante aveva presentato il nuovo elmo nero. Non più in ferro battuto ma in materiale Pvc, prodotto in Svizzera con la tecnologia d’avanguardi­a della stampante tridimensi­onale. Più leggero, comodo ed economico. Sarà utilizzato dalle Guardie quando saranno prodotti i pezzi per tutti, nell’attesa che donatori e sponsor ne finanzino la produzione per dare un elmo ad ogni militare e non gravare sulle finanze della Santa Sede.

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TI-PRESS/G.PUTZU Il giuramento dei 32

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