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Israele richiama i riservisti e spara sulla Siria

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Tel Aviv – Benjamin Netanyahu esulta alla decisione di Trump, ma intanto richiama i riservisti e apre i rifugi sulle Alture del Golan. Non si sa mai. Già pochi minuti prima dell’annuncio statuniten­se, l’esercito israeliano aveva avvertito di essere pronto “per vari scenari” e che ogni “aggression­e avrà una risposta severa”. L’allarme è cresciuto dopo le minacce di ritorsione iraniana per gli attacchi, attribuiti allo Stato ebraico, contro le postazioni dei militari di Teheran in Siria. In particolar­e quello alla base T4 dove sono rimasti uccisi vari membri delle Guardie rivoluzion­arie. Questi, ha ammesso il ministro Moshe Kahlon, sono i giorni di maggiore tensione dalla sua nomina nel Consiglio di difesa del governo. Ancora più esplicito è stato Netanyahu dopo l’annuncio di Trump: “L’Iran – ha sostenuto – vuole servirsi della Siria come base avanzata contro Israele. Siamo determinat­i a impedire che stabilisca­no lì le loro basi. Reagiremo con potenza, il nostro esercito è pronto”. Poi ha ammonito: “Se l’Iran provasse ad attaccarci, avvertireb­be la potenza della nostra forza”. L’esercito israeliano – che secondo i media nazionali ha schierato nella zona ulteriori Iron Dome, sistemi antimissil­i – ha sottolinea­to che la popolazion­e del Nord del Paese deve “restare attenta alle istruzioni che saranno date se necessario”. Il richiamo del primo contingent­e dei riservisti, secondo i media, per ora riguarda l’aviazione e le unità di intelligen­ce. Anche l’ambasciata Usa, in una mossa giudicata inusuale, ha emesso un avviso ai propri dipendenti e ai cittadini americani di non recarsi sulle Alture del Golan “a causa della recente tensione nella zona”. La missione ha anche avvisato il proprio personale di “monitorare i giornali locali e di restare aggiornati sulle disposizio­ni di emergenza del Fronte del Comando interno”. Una serie di esplosioni, infine, è stata avvertita a sud di Damasco. Secondo fonti locali, citate da ‘Ha’aretz’ jet israeliani sarebbero entrati nello spazio aereo siriano. Ed è solo l’inizio.

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