Lento ritorno alla normalità
Commercio: i debriefer hanno incontrato la classe dell’arrestato. Su 1’300 allievi 15 desiderano un colloquio Quattro giorni dopo il fermo del 19enne accusato di aver pianificato una strage, solo un genitore, a nome di alcune famiglie, ha contattato la Di
Esami delle terze posticipati a settimana prossima (avrebbero dovuto iniziare oggi, il giorno della probabile strage) e 15 allievi su 1’300 che hanno sottoposto alla Direzione la richiesta di un colloquio con gli operatori dell’Associazione debriefer della Svizzera italiana, specializzati nella presa a carico e ascolto di chi ritiene di aver subito uno shock a seguito di un evento traumatico. Associazione che ieri – dopo un primo confronto avuto con la Direzione che ne ha chiesto l’intervento – ha incontrato la classe frequentata dal 19enne arrestato giovedì scorso con l’accusa di aver pianificato un eccidio prendendo di mira persone a lui sgradite all’interno dell’istituto. Un incontro, quello di ieri, orientativo, ritenuto necessario per spiegare ai compagni di classe quale aiuto sia possibile dare loro in questi frangenti, nell’immediato e a medio termine. E quale eventuale percorso sia consigliabile sia per il gruppo, sia per il singolo che ne sentisse l’esigenza. Oggi la classe si riconfronterà al proprio interno per valutare e decidere se richiedere un approccio comune o se lasciare l’iniziativa al singolo allievo. Nessuno fra gli insegnanti – spiega alla ‘Regione’ il direttore Adriano Agustoni – ha ritenuto necessario chiedere un sostegno particolare: «Alcuni colleghi ci hanno espresso il loro stato d’animo, che d’altronde tutto il corpo insegnante ha. Ma non sono andati oltre».
La riconoscenza degli studenti
Da segnalare – sottolinea il direttore – che alcuni allievi hanno ringraziato il vertice dell’Istituto per come ha saputo reagire mercoledì scorso, quando nel pomeriggio ha tempestivamente segnalato il 19enne alla Polizia cantonale dopo che tre suoi amici hanno sottoposto a loro docenti i messaggi Snapchat da loro ricevuti, nei quali li invitava ad allontanarsi subito dalla scuola dopo l’odierno esame, per non correre il rischio di subire qualcosa di brutto. Da diverse famiglie – aggiunge Agustoni – sono pure giunte diverse attestazioni di stima all’indirizzo della Direzione, mentre un solo genitore venerdì scorso ha chiesto rassicurazioni a nome di alcune famiglie. Questo mentre l’Istituto la sera stessa ha esposto la situazione in una lettera consegnata agli studenti, sottolineando la massima disponibilità all’ascolto e a fornire i chiarimenti del caso.
Sentito direttore e uno dei tre vice
I messaggi Snapchat hanno di fatto innescato la macchina giudiziaria e l’arresto scattato la mattina successiva, giovedì, al suo domicilio di Bellinzona. Dove sono state rinvenute oltre venti armi, in buona
parte ereditate dal nonno ex ufficiale dell’esercito. La perquisizione dell’appartamento nel quale viveva da solo (mentre i genitori abitano a un altro piano del medesimo edificio), ha anche portato al sequestro di vari oggetti: oltre al cellulare e
al computer anche un diario nel quale risulta che il giovane abbia scritto commenti riferiti a persone della Scuola cantonale di commercio. Pagine ora al vaglio degli inquirenti – coordinati dal sostituto procuratore generale Antonio Perugini
– e nelle quali l’arrestato potrebbe aver indicato possibili date e obiettivi. Sempre ieri, infine, la Polizia cantonale ha convocato e sentito il direttore Adriano Agustoni e uno dei tre vicedirettori, Walter Benedetti.