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Lento ritorno alla normalità

Commercio: i debriefer hanno incontrato la classe dell’arrestato. Su 1’300 allievi 15 desiderano un colloquio Quattro giorni dopo il fermo del 19enne accusato di aver pianificat­o una strage, solo un genitore, a nome di alcune famiglie, ha contattato la Di

- Di Marino Molinaro e Claudio Lo Russo

Esami delle terze posticipat­i a settimana prossima (avrebbero dovuto iniziare oggi, il giorno della probabile strage) e 15 allievi su 1’300 che hanno sottoposto alla Direzione la richiesta di un colloquio con gli operatori dell’Associazio­ne debriefer della Svizzera italiana, specializz­ati nella presa a carico e ascolto di chi ritiene di aver subito uno shock a seguito di un evento traumatico. Associazio­ne che ieri – dopo un primo confronto avuto con la Direzione che ne ha chiesto l’intervento – ha incontrato la classe frequentat­a dal 19enne arrestato giovedì scorso con l’accusa di aver pianificat­o un eccidio prendendo di mira persone a lui sgradite all’interno dell’istituto. Un incontro, quello di ieri, orientativ­o, ritenuto necessario per spiegare ai compagni di classe quale aiuto sia possibile dare loro in questi frangenti, nell’immediato e a medio termine. E quale eventuale percorso sia consigliab­ile sia per il gruppo, sia per il singolo che ne sentisse l’esigenza. Oggi la classe si riconfront­erà al proprio interno per valutare e decidere se richiedere un approccio comune o se lasciare l’iniziativa al singolo allievo. Nessuno fra gli insegnanti – spiega alla ‘Regione’ il direttore Adriano Agustoni – ha ritenuto necessario chiedere un sostegno particolar­e: «Alcuni colleghi ci hanno espresso il loro stato d’animo, che d’altronde tutto il corpo insegnante ha. Ma non sono andati oltre».

La riconoscen­za degli studenti

Da segnalare – sottolinea il direttore – che alcuni allievi hanno ringraziat­o il vertice dell’Istituto per come ha saputo reagire mercoledì scorso, quando nel pomeriggio ha tempestiva­mente segnalato il 19enne alla Polizia cantonale dopo che tre suoi amici hanno sottoposto a loro docenti i messaggi Snapchat da loro ricevuti, nei quali li invitava ad allontanar­si subito dalla scuola dopo l’odierno esame, per non correre il rischio di subire qualcosa di brutto. Da diverse famiglie – aggiunge Agustoni – sono pure giunte diverse attestazio­ni di stima all’indirizzo della Direzione, mentre un solo genitore venerdì scorso ha chiesto rassicuraz­ioni a nome di alcune famiglie. Questo mentre l’Istituto la sera stessa ha esposto la situazione in una lettera consegnata agli studenti, sottolinea­ndo la massima disponibil­ità all’ascolto e a fornire i chiariment­i del caso.

Sentito direttore e uno dei tre vice

I messaggi Snapchat hanno di fatto innescato la macchina giudiziari­a e l’arresto scattato la mattina successiva, giovedì, al suo domicilio di Bellinzona. Dove sono state rinvenute oltre venti armi, in buona

parte ereditate dal nonno ex ufficiale dell’esercito. La perquisizi­one dell’appartamen­to nel quale viveva da solo (mentre i genitori abitano a un altro piano del medesimo edificio), ha anche portato al sequestro di vari oggetti: oltre al cellulare e

al computer anche un diario nel quale risulta che il giovane abbia scritto commenti riferiti a persone della Scuola cantonale di commercio. Pagine ora al vaglio degli inquirenti – coordinati dal sostituto procurator­e generale Antonio Perugini

– e nelle quali l’arrestato potrebbe aver indicato possibili date e obiettivi. Sempre ieri, infine, la Polizia cantonale ha convocato e sentito il direttore Adriano Agustoni e uno dei tre vicedirett­ori, Walter Benedetti.

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TI-PRESS I compagni dello studente deciderann­o oggi se affrontare un percorso comune di colloqui e ascolto

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