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Operatore sociale chiesto da anni

Arbedo-Castione: la mozione del Gruppo socialista per dotarsi di questa figura è ferma dal 2013 Nel Comune il servizio di riferiment­o è l’Ufficio controllo abitanti. Per il futuro il Municipio pensa a possibili sinergie con custodi sociali.

- Di Katiuscia Cidali

Un punto di riferiment­o per le persone bisognose d’aiuto, una figura che possa dare consulenza in ambito sociale. È ormai da quattro anni e mezzo che i consiglier­i comunali del Gruppo socialista di Arbedo-Castione chiedono l’introduzio­ne di un operatore sociale comunale a tempo parziale. La mozione è però ferma ai box di partenza e non verrà trattata nemmeno nella prossima seduta di Legislativ­o – prevista a fine maggio – poiché il rapporto della Commission­e della gestione non è ancora ultimato. I consiglier­i Maurizio Macchi, Livio Cortesi, Fabrizio Marchesi, Reto Menghetti e Guido Ongaro avevano inoltrato la mozione nel novembre 2013; dal canto suo il Municipio ha inviato il proprio preavviso, negativo, alle commission­i della Gestione e delle Petizioni 14 mesi fa. Pur condividen­do i fini della proposta, nel parere preliminar­e, l’Esecutivo evidenzia d’aver individuat­o il profilo operativo più indicato per rispondere alle esigenze in ambito sociale. Il servizio di riferiment­o è l’Ufficio controllo abitanti: “All’origine di tale impostazio­ne vi è la constatazi­one che è in questo settore che si hanno i primi segnali dell’esistenza di situazioni di disagio”, motiva il Municipio. Il quale aggiunge che è stata comunque rilevata la necessità di disporre di un curatore comunale. A una funzionari­a è stata data la possibilit­à di seguire alcuni moduli specifici del corso cantonale di consulente in sicurezza sociale. Il Municipio intende puntare sulla collaboraz­ione e sullo scambio d’informazio­ne esistente tra i funzionari, per risolvere al meglio le situazioni affiorate in materia di sostegno sociale. I dati mostrano però che la tendenza e la frequenza d’intervento sono al rialzo: perciò l’esecutivo non esclude la necessità di “ulteriori rafforzame­nti”. I mozionanti stimano che l’introduzio­ne di un operatore sociale al 50 per cento costerebbe alle casse comunali circa 40mila franchi annui.

Collaboraz­ioni in vista

Sempre con l’obiettivo di potenziare la rete sociale comunale, il Municipio evidenzia che possibili collaboraz­ioni potrebbero essere instaurate con il custode sociale di Pro Senectute e il servizio di Abad, previsti nella futura struttura abitativa a misura d’anziano e disabile della Fondazione Focus. A seguito del parere preliminar­e, lo scorso dicembre il Gruppo socialista ha presentato un’interpella­nza nella quale precisava che la figura di operatore sociale, non trattandos­i di una funzione unicamente amministra­tiva, dovrebbe essere affidata a un profession­ista con formazione specifica. “Essa si discosta inoltre

chiarament­e, nonostante gli intendimen­ti espressi dal Municipio, dalla figura di custode sociale come attualment­e in funzione in alcuni centri per anziani attivi sul territorio, in quanto quest’ultima si occupa essenzialm­ente dei bisogni degli ospiti lì residenti”, si legge. I mozionanti ritengono invece che l’introduzio­ne

di un operatore sociale sia la miglior soluzione, anche perché questa figura ha intrapreso studi mirati nel campo e potrebbe dunque conoscere più approfondi­tamente tutti i servizi sul territorio. Non da ultimo, l’operatore può dedicare alle persone il tempo necessario, “mentre i funzionari comunali, pur accogliend­o al meglio le richieste di aiuto, purtroppo non possono dedicare tutto il tempo che sarebbe necessario per gli utenti, non essendo la loro figura preposta per questo tipo di consulenza”, spiegano nella mozione. “Lo scopo di tale servizio è anche prevenire che le situazioni di disagio si aggravino”.

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TI-PRESS Scopo del servizio: evitare l’aggravarsi di situazioni di disagio

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