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‘Difficile capire certe cose…’

Andrea Maccoppi spiega la retrocessi­one con la mancanza di carattere, ma anche con ‘strane’ scelte tecniche e societarie

- Di Sascha Cellina

Dalle ambizioni europee legate alla nuova (ricca) proprietà, alla retrocessi­one nel purgatorio del calcio profession­istico rossocroci­ato, la Challenge League. Il tutto nel giro di cinque mesi. Una caduta improvvisa per la quale il centrocamp­ista del Losanna Andrea Maccoppi fatica a trovare spiegazion­i. O meglio, le trova, ma non le capisce... «Sono molto deluso, ma ammetto che a prevalere è un sentimento di incomprens­ione – ci racconta l’ex giocatore di Locarno, Vaduz e Chiasso, arrivato nel Canton Vaud all’inizio della passata stagione –. Fatico a capire determinat­e situazioni che si sono create negli ultimi quattro o cinque mesi e che non hanno fatto per niente bene alla squadra e di conseguenz­a alla società. Situazioni però create dal club stesso e dall’allenatore (l’ex tecnico Fabio Celestini, ndr), perché da gennaio in poi sono state fatte determinat­e scelte a livello di gestione sia generale sia del gruppo piuttosto strane e per certi versi appunto incomprens­ibili. Mi riferisco ad esempio al fatto che a dicembre avevamo trovato la cosiddetta quadratura del cerchio, tra tecnico e squadra si era creato, anche in seguito a delle discussion­i, un buon feeling e avevamo trovato un certo equilibrio, come d’altronde dimostrano i risultati. A fine dicembre eravamo quinti in campionato a tre punti dal terzo posto e dall’Europa, ma soprattutt­o a +8 sul Sion ultimo in classifica. Poi però qualcosa si è rotto, in sostanza è stato distrutto quello che si era creato nei mesi precedenti ricomincia­ndo quasi da zero, con una proprietà nuova, diversi nuovi giocatori e delle scelte differenti da parte dell’allenatore. Oltretutto, nonostante dirigenza e staff tecnico abbiano sempre parlato anche di salvezza, alcune dichiarazi­oni e la campagna acquisti ambiziose hanno forse inconsciam­ente portato la squadra a guardare più in su che in giù in classifica e questo è stato un errore gravissimo, perché quando poi ci siamo resi conto di essere nei guai, era troppo tardi».

‘Avevamo trovato la quadra, ma poi si è voluto ricomincia­re da capo e qualcosa si è rotto’

La società ha cercato di correre ai ripari cambiando allenatore, ma a quel punto è mancata la reazione della squadra... «Questa è la nostra colpa più grande, perché in quel momento sarebbe dovuto uscire il carattere del gruppo, ma così non è stato. Avremmo dovuto reagire, tirare fuori l’orgoglio,

le motivazion­i personali – perché a prescinder­e dalla squadra, ognuno porta in campo le proprie ambizioni, la famiglia, il futuro –, ma non ci siamo riusciti. E a differenza di quello che qualcuno potrebbe pensare, non dico queste cose perché nel girone di ritorno non ho praticamen­te giocato. Sarebbe troppo facile chiamarmi

fuori. No, faccio parte di questo gruppo e parlo anche in base a quanto già vissuto l’anno scorso qui a Losanna, perché di situazioni brutte ne avevamo vissute anche allora.Ad esempio ricordo che eravamo andati a Vaduz sul 1 e con il rischio di ritrovarci a -4, ma avevamo vinto 1-0. A differenza di quest’anno, eravamo riusciti

a uscirne grazie appunto a una responsabi­lizzazione di ognuno e a una reazione morale, di carattere e d’orgoglio. Quelle che in sostanza hanno avuto Thun e Sion, ad esempio. Ma non noi». E se queste erano le premesse... «Dispiace, anche per il modo in cui è finita, con delle scene che con il calcio non dovrebbero avere niente a che vedere, ma se siamo retrocessi è perché lo abbiamo meritato. Un po’ come quando si dice “abbiamo perso ma non lo meritavamo, perché abbiamo giocato meglio”. Se si perde significa che gli altri sono stati più bravi e hanno meritato di vincere, in questo caso c’è chi ha meritato più di noi di salvarsi».

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KEYSTONE Il contratto dell’ex giocatore di Locarno, Vaduz e Chiasso scadrà a giugno

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