Parco, un investimento per il futuro
Segue da pagina 12 Sono stati coinvolti tutti i cittadini con le presentazioni pubbliche, la messa a disposizione di tutta la documentazione, la presenza dei responsabili nelle cancellerie comunali, la possibilità di intervento ad ogni persona. Chi aveva interesse o semplice curiosità ha avuto la possibilità di ottenere ogni chiarimento, con proposte o modifiche, e soddisfare qualsiasi dubbio. È stato veramente un lungo percorso democratico riconosciuto da tante persone. Purtroppo, come sempre capita per ogni proposta, alcuni cittadini hanno trovato il modo di mettersi in mostra, e solo in questi ultimi mesi, mossi soltanto da egoismo e piccoli interessi personali o di categoria, dimenticando il bene comune e ostacolando ciò che potrebbe portare di valido e di positivo un parco per l’intera regione, per tutto il cantone e soprattutto per le regioni discoste delle valli. Mi sembra ormai superfluo ricordare le numerose ragioni positive per attuare questo progetto: è evidente a tutti coloro che hanno affrontato il problema e hanno voluto informarsi. È perlomeno strano il coinvolgimento sul fronte degli avversari al parco di persone che non abitano nella regione interessata, che non hanno legami con il territorio e magari non si sono mai occupati di risolvere i problemi di queste comunità. Certo è che l’atteggiamento aggressivo dei contrari, la maleducazione, la malafede, gli insulti gratuiti e la diffusione di grossolane false notizie non permettono un sereno e co- struttivo confronto. Forse mirano ad altri scopi? Nella prossima consultazione si sottopone ai cittadini dei comuni coinvolti un progetto valido e moderno di un Parco nazionale; i contrari non propongono purtroppo nulla, perché non hanno nulla, non hanno mai indicato e preparato qualcosa di positivo in alternativa. Mi piace ricordare, come riflessione, le parole contenute nel messaggio per il nuovo anno dell’arcivescovo della diocesi di Milano. “Occorre combattere contro la tendenza diffusa a lamentarsi sempre di tutto e di tutti, contro quella seminagione amara di scontento che diffonde scetticismo, risentimento e disprezzo, che si abitua a giudizi sommari e a condanne perentorie e getta discredito sulle istituzioni”. Queste sagge parole ben si prestano anche in questa occasione. Pure il giornalista A. Bertagni, su un’edizione di qualche settimana fa de ‘laRegione’, riferendosi alla politica cantonale ticinese affermava che “ogni realtà locale o regionale ha sempre buoni motivi per sentirsi estranea a qualcuno o qualcosa; molti hanno perso l’orgoglio di sentirsi parte attiva di un progetto”. È ciò che purtroppo avviene anche in questo caso. Per giungere all’aggregazione dei comuni onsernonesi ci sono voluti trent’anni, perdendo molti treni e positive occasioni. Speriamo soltanto che stavolta si capisca l’importanza di questo progetto. L’invito a tutti è di partecipare alla consultazione con un convinto Sì.