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‘Amavo Nadia come una sorellina’

- P.COL.

Quello tra Michele Egli e Nadia Arcudi è stato un rapporto che si è evoluto con gli anni. Agli occhi dell’imputato, Nadia è infatti passata dall’essere «la sorella di mia moglie» a qualcosa di più, al punto di arrivare anche a chiederle un prestito in denaro. «È diventata sempre più importante, la mia migliore amica – ha ricordato Egli in aula –. La reputavo la mia sorellina e in alcuni momenti della sua vita ho assunto una figura paterna». A caratteriz­zare la loro frequentaz­ione anche numerose uscite – da soli o in compagnia – e diversi regali, tra questi anche una «normalissi­ma» camicia da notte. La maestra, però, «non amava ricevere compliment­i e le davano fastidio gli abbracci e i baci sulle guance». Un paio di volte le ho detto che la amavo come una sorellina, perché per me era più importante di un’amica normale». Nel portafogli­o dell’imputato sono state trovate 22 fotografie, tra queste 3 della moglie e 17 della vittima («sapendo che mi faceva piacere, era lei a darmele»). Sollecitat­o dalle domande del giudice Amos Pagnamenta, Egli ha affermato di «essere sicuro» di non essere innamorato della cognata, senza però negare che «se avessi conosciuto prima Nadia di mia moglie – che un mese fa ha presentato richiesta di divorzio – magari mi sarei innamorato di lei. Ma non avrei mai voluto cambiare mia moglie con Nadia». Al momento dei fatti la 35enne di Stabio aveva un fidanzato. «Non diceva mai quando aveva una storia: l’ho scoperto in occasione di una manifestaz­ione, quando si sono presi per mano». Egli ha però sostenuto di «non esserci rimasto male perché prima o poi doveva succedere» e di «non essere stato geloso».

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