laRegione

Alvad, efficienza al servizio delle cure

Interventi in aumento e risultato finanziari­o ottimo nel 2017. In crescita complessit­à e gravità dei casi trattati.

- M.P.C.

Numero di casi stabilizza­tosi attorno ai 1’900 (ma ore di prestazion­i erogate 131’810) e numero di interventi (233’492) in costante aumento anche durante lo scorso anno. Sono le cifre principali dell’attività dell’Associazio­ne locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio, presentate ieri sera in assemblea a Muralto dal presidente Stefano Gilardi. Un’attività in netta crescita (più 185% di interventi dal 2000) caratteriz­zata dall’assunzione di casi sempre più gravi e complessi e che l’ente affronta puntando sull’efficacia e l’efficienza al servizio della qualità delle cure ma anche con risultati estremamen­te positivi dal profilo del contenimen­to dei costi e quindi dei risultati d’esercizio. Tanto che il costo medio di gestione per caso dell’Alvad l’anno scorso è risultato di 5’656 franchi, ossia più di mille in meno rispetto al totale cantonale dei Sacd (6’704) nel 2016 (6’883 a livello svizzero). Ed il contributo (sussidio) per caso è risultato di 2’070 franchi, contro rispettiva­mente 3’067 in Ticino e 2’315 in Svizzera. Risultati esemplari, tanto che il “modello” Alvad tende a far scuola: il direttore amministra­tivo Gabriele Balestra e la direttrice sanitaria Marina Santini, con il loro bagaglio di preziose competenze ed esperienze acquisite nel corso degli anni, sono stati infatti richiesti per prestare la loro consulenza in case per anziani ed altri enti. La gestione positiva – come ha considerat­o il dottor Gilardi – è anche il risultato degli investimen­ti fatti, in particolar­e per quanto riguarda l’apparato informatic­o, che funziona egregiamen­te. La razionaliz­zazione ha permesso di liberare più tempo per l’utenza e a livello operativo la formazione di micro-équipe ha consentito una miglior organizzaz­ione e pure la limitazion­e delle rotazioni di personale a domicilio. Gilardi ha altresì sottolinea­to il positivo clima di lavoro fra il personale, ciò che permette di fornire ottime prestazion­i. «Vi sono – ha considerat­o – poche collaborat­rici problemati­che ed il tasso d’assenteism­o è basso». L’Alvad conta attualment­e 130-140 collaborat­ori. Tenendo conto anche della ventina di persone attive nel servizio valmaggese e di quelle operanti negli altri enti con mandato di prestazion­e, in totale le persone occupate sono 193. L’Alvad dispone di un contratto aziendale simile a quello collettivo e vi è soddisfazi­one sia per la situazione di lavoro sia per quella pensionist­ica. Il presidente Gilardi ha inoltre sottolinea­to come nell’ultimo decennio, dal 2008 al 2017, l’Alvad abbia ristornato al Cantone oltre 2,5 milioni ed abbia partecipat­o con oltre un milione a progetti cantonali. Pertanto, ora si attende che da Bellinzona giunga un congruo sostegno per la nuova sede prevista a Muralto e il cui progetto è ancora bloccato a causa di alcune opposizion­i inoltrate dai confinanti. Intanto nelle scorse settimane l’ente ha traslocato provvisori­amente dal Centro diurno in via Vallemaggi­a (dove s’insedierà l’Istituto patologico) negli ampi spazi lasciati liberi dal Salva, nel Centro di pronto intervento alla Morettina. Il presidente, come abbiamo già riferito (cfr. ‘laRegione’ del 20 aprile), si è anche soffermato sull’impopolare e contestata proposta del Cantone di introdurre una tassa giornalier­a di 15 franchi a carico dell’utenza, bocciata in votazione, ed ha fatto notare come l’Alvad sia riuscita a conseguire un maggior risparmio di oltre 900mila franchi rispetto a quanto ipotizzato di ottenere con la suddetta tassa.

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