La Deputazione è per il prolungamento di AlpTransit
La decisione del Consiglio federale di non considerare una priorità la conclusione del progetto AlpTransit da confine a confine, compreso quindi il prolungamento a sud di Lugano, non preoccupa solo la ProGottardo (cfr. edizione di ieri). Anche la Deputazione ticinese alle Camere federali non è soddisfatta. A confermarlo ieri, a margine del tradizionale incontro con il Consiglio di Stato alla vigilia della sessione a Berna, è stato il consigliere nazionale Marco Romano (Ppd), presidente della Deputazione. «Il Consiglio federale nei giorni scorsi ha risposto negativamente a una mia mozione, firmata da tutta la Deputazione, di inserire già nei crediti di progettazione e di pianificazione del 2030/2035 il completamento di AlpTransit». Il governo ha respinto questa proposta «adducendo motivazioni amministrative e di pianificazione dei lavori». E ora? «L’intenzione – insiste Romano – è, con ProGottardo e di concerto con il Consiglio di Stato, portare avanti un lavoro di convincimento dei singoli partiti». Già, perché pur se respinta dal Consiglio federale questa mozione arriverà comunque in votazione in Consiglio nazionale «nei prossimi 12/16 mesi». I deputati ticinesi, quindi, faranno verso i colleghi «un lavoro di sensibilizzazione e di informazione affinché si possa disporre di una maggioranza quando voteremo questa mozione. A nostro giudizio il completamento della tratta è negli interessi anche di altri Cantoni, ad esempio la regione di Basilea, perché interessa tutto lo sviluppo dell’asse nord-sud».
Un altro argomento trattato nell’incontro che ha avuto luogo ieri a Palazzo delle Orsoline è il futuro di Agroscope, e la sua ristrutturazione decisa dal Consiglio federale: «In questa fase – rileva il consigliere nazionale popolare democratico – è importante che il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agronomica mantenga sia la sua attività sia, soprattutto, i suoi satelliti come quello di Cadenazzo».
Sul tema dei ristorni tornato recentemente alla ribalta in Ticino, invece, «la Deputazione non prende posizione, perché non tocca a noi esprimerci. Non vogliamo interferire».