Al servizio della Svizzera
Vincent Cavin assumerà il nuovo ruolo di coordinatore sportivo della Nazionale: ‘Offerta che non potevo rifiutare’
“Gli faremo una proposta che non potrà rifiutare”, si sono detti nella sede dell’Asf a Muri. E Vincent Cavin, in effetti, non ha rifiutato. Anzi, ha trovato la proposta tanto allettante da mettere il punto finale all’esperienza di 11 anni in qualità di direttore del Team Ticino («ma rimarrò a disposizione fino all’insediamento del mio sostituto»). La nuova sfida professionale del vodese, che inizierà ad agosto o settembre, si svolgerà in seno alla federazione svizzera. Con quali compiti ce lo spiega lui stesso... «Assumerò il ruolo di coordinatore sportivo della Nazionale maggiore. Cosa significa è presto detto: al giorno d’oggi la responsabilità sportiva poggia sulle sole spalle del selezionatore, il quale, oltre ai molteplici aspetti tecnici, deve occuparsi pure dei contatti con i giocatori militanti in campionati esteri, con i loro club, con i procuratori... Una mole di lavoro insostenibile per una persona sola, per cui la federazione ha voluto creare una figura sportiva che possa gestire tutti questi ambiti e, aspetto da non sottovalutare, garantire una continuità nel corso degli anni. Sì, perché un tecnico può fermarsi per un certo numero di stagioni, ma prima o poi cambierà posto di lavoro: e in assenza di un coordinatore sportivo, al momento della sua partenza la rete di contatti tessuta e il “know how” accumulato se ne andrebbero con lui. L’obiettivo è di creare una figura che possa essere vicina al selezionatore e al suo staff, in modo da gestire gli aspetti sportivi legati alla Nazionale. Per l’Asf si tratta di una novità, ma altre federazioni già hanno in organico una persona con un ruolo simile».
Un nuovo incarico che porterà Cavin a lavorare gomito a gomito con Petkovic... «A stretto contatto con Vlado ci sono già, visto che faccio parte dello staff in qualità di analista – compito che continuerò a svolgere, con Petkovic abbiamo trovato un modus operandi che funziona e che al momento non vogliamo toccare –. A cambiare sarà la percentuale di tempo che potrò dedicare alla Nazionale. Al momento Petkovic e Manicone sono impiegati al 100% per la prima squadra, ma il resto dello staff è formato da persone che al di fuori degli impegni della Nazionale ricoprono altri compiti. Era dunque necessario disporre di una figura che per tutto l’anno fosse libera di pensare e ragionare in funzione della Nazionale». Ciò non significa, però, che l’influenza di Cavin nei confronti di Petkovic ne esca necessariamente rafforzata... «Nel calcio a tirare le somme e a prendere le decisioni è soltanto l’allenatore. Attorno a lui c’è uno staff che lo sostiene e con il quale si può confrontare. Le decisioni le puoi influenzare soltanto se il tecnico vede in te un interlocutore competente, in grado di fornire un apporto vantaggioso. Di conseguenza, la mia influenza – sia quale coordinatore sportivo, sia quale analista – sarà sempre legata al valore aggiunto che il tecnico vedrà in me». L’offerta era di quelle che non si potevano rifiutare, ma lasciare il Team Ticino è comunque stato un passo difficile... «Tengo a ringraziare tutte quelle persone che in questi giorni mi hanno espresso il loro apprezzamento con una marea di messaggi ai quali non sono ancora riuscito a rispondere (ma lo farò!). È vero, non è stata una decisione facile. Da un lato mi è stata prospettata un’opportunità che ritengo incredibile, quando si lavora nel mio ambito è difficile trovare qualcosa di più stimolante di ciò che mi aspetta: d’altro canto faccio fatica ad essere completamente felice in quanto lascio un pezzo importante della mia vita. Mi consola il fatto che il Team Ticino andrà avanti anche senza di me. Negli anni abbiamo messo in piedi una struttura in grado di funzionare anche in caso di partenze, la mia come quella di altri collaboratori. Dal punto di vista sportivo, dunque, non vi saranno conseguenze e credo sia importante sottolinearlo a favore di tutti quei ragazzi che credono in questo progetto e che sognano di poterne far parte per proseguire un percorso calcistico d’élite».