Il progetto Agroscope 18+ non sarà congelato
Il Consiglio federale risponde picche alla richiesta. In estate si deciderà come procedere.
Il futuro del centro di ricerca Agroscope inquieta non poco le Camere. Questa settimana il Consiglio federale ha dovuto rispondere a una serie di interventi parlamentari provenienti da ogni schieramento politico volti a evitarne lo smantellamento. Lo scorso marzo l’esecutivo aveva annunciato un progetto di ristrutturazione di Agroscope (Agroscope 18+), prevedendo di centralizzare a Posieux (Fr) le sue attività, ora suddivise in diversi cantoni (anche in Ticino, con la sede di Cadenazzo). Questo per limitare i costi d’esercizio dell’istituto, che potrebbe perdere il 20% del proprio budget, vale a dire 40 milioni di franchi. Per evitare la concentrazione in un’unica sede, la consigliera agli Stati Géraldine Savary (Ps/Vd) ha presentato una mozione, respinta dal governo, che chiede di modificare la Legge federale sull’agricoltura (LAgr). La ‘senatrice’ domanda che la formulazione del testo diventi “La Confederazione gestisce stazioni di ricerca agronomica”, invece di “può gestire”. Va nello stesso senso una mozione del consigliere nazionale Pierre-André Page (Udc/Fr), con la quale il Consiglio federale è invitato a mantenere i siti satellite, rivelatisi “competenti ed efficienti”. L’esecutivo punta a riunire in un solo luogo quelle attività che non sono legate direttamente a una località in particolare, ma intende mantenere nelle differenti regioni linguistiche dei piccoli impianti per condurre test. Agroscope non sarà indebolita, afferma il governo rispondendo a un’interpellanza del consigliere nazionale Werner Salzmann (Udc/Be). Il programma di ricerca 2018/21 sarà applicato come previsto. Stesso discorso per la pianificazione della costruzione della sede di Posieux, dice al consigliere nazionale Jacques Bourgeois (Plr/Fr). L’accorpamento nel comune friburghese fa sì che verosimilmente dalle 400 alle 500 persone dovranno trasferirsi o fare i pendolari. Per quel che concerne i licenziamenti, al momento per il Consiglio federale è impossibile quantificare la soppressione di impieghi. Ciò dipenderà da differenti fattori come la futura gamma di mansioni e il rafforzamento delle cooperazioni scientifiche. Dato che la riforma è spalmata su dieci anni, Berna conta su oscillazioni naturali e crede sia possibile contenere al minimo il taglio di posti di lavoro. Il governo ribadisce che quest’estate deciderà su come procedere. Nel frattempo, rispedisce al mittente la richiesta di fermare immediatamente l’intero processo avanzata dal consigliere nazionale Jacques Nicolet (Udc/Vd), assicura alla deputata ecologista Maya Graf (Bl) che il Parlamento verrà coinvolto, soprattutto nell’ambito dei messaggi sulle costruzioni, e garantisce a Viola Amherd (Ppd/Vs) che la politica regionale non sarà messa in discussione.