In Gestione ‘tre salari minimi’
De Rosa (Ppd): forchetta su di 25 centesimi. Durisch (Ps): nulla sotto i 20 franchi l’ora.
Martedì prossimo sul tavolo della Commissione della gestione arriveranno tre ipotesi di salario minimo. La proposta del governo prevede una forchetta che, a dipendenza dei settori, varia da un minimo di 18,75 franchi l’ora e un massimo di 19,25. Al centro delle discussioni che hanno avuto luogo in Sottocommissione lavoro ieri c’è stata la proposta di Raffaele De Rosa (Ppd): aumentare di 25 centesimi la forchetta. «C’è la volontà di fare qualcosa in più di quanto proposto dal Consiglio di Stato – afferma De Rosa, avvicinato dalla ‘Regione’ – ma sulla base di vari contatti che ho preso a titolo personale sul territorio. Ho avvertito la volontà di coalizzare un certo consenso attorno a una misura che possa essere applicata in tempi brevi». Ci sono gli estremi: «C’è chi vuole di più, c’è chi vuole di meno. Ma la mia concezione di fare politica è questa, essere propositivi concretizzando proposte e misure. In questo caso, per far arrivare in tempi ragionevoli il Canton Ticino ad avere un salario minimo dignitoso». Proposta, questa, che a livello personale vede possibilista Nicola Pini (Plr): «Io ho sempre detto che la nostra linea era tendenzialmente sul messaggio del governo. Se però si trova una convergenza sulla proposta di De Rosa tutto può succedere. Porterò alla riunione del gruppo parlamentare questa possibilità, poi decideremo serenamente». Distante resta la posizione del Partito socialista. Il capogruppo Ivo Durisch, infatti, ribadisce come «sotto i 20 franchi l’ora noi non scendiamo. È il minimo sindacale, ma proprio il minimo che possiamo accettare». Durisch si dice inoltre preoccupato dalla prospettata trasformazione dei Contratti normali di lavoro (Cnl) in Contratti collettivi (Ccl): «Il grosso rischio è di andare sotto la soglia del salario minimo». Indica Michele Guerra della Lega: «In gruppo valuteremo la proposta governativa: se l’accetteremo, proporremo un periodo di prova di almeno quattro anni, seguito da una votazione del Gran Consiglio per confermare o modificare. Ci batteremo comunque affinché il salario minimo contribuisca all’occupazione dei ticinesi».