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Fumata nera

Dopo una giornata convulsa il GdP non va in stampa. Zumthor: ‘Non volevamo fosse una forzatura’ La redazione aveva pronta l’edizione, che però va solo online. La direttrice: ‘Resto fiduciosa’.

- Di Chiara Scapozza e Andrea Manna

Non si stampa. Al termine di una giornata concitata, con la redazione pronta a pubblicare l’edizione cartacea odierna, è mancato l’indispensa­bile sostegno dell’editore. Cioè il vescovo. Una giornata scandita per buona parte da una nuova assemblea del personale, da una nota stampa nel primo pomeriggio della Diocesi e da voci su una possibile uscita oggi del quotidiano della Curia. Tutto questo all’indomani dell’annuncio della chiusura del GdP. Solo in tarda serata si è appreso che il numero in edicola ieri – in prima pagina, bianca, solo due editoriali e di segno opposto: quello di monsignor Lazzeri e quello della direttrice Alessandra Zumthor – era davvero l’ultimo. L’ultimo della testata fondata nel 1929. L’edizione odierna del giornale sarà accessibil­e liberament­e online (non solo, quindi, per gli abbonati). Perché la redazione aveva optato per lavorarci, prepararla, puntare alla continuità. Così almeno avevano deciso giornalist­i, direzione, personale amministra­tivo e tecnico dopo più di una riunione. Occorreva però risolvere qualche questione non di poco conto: al di là della buona volontà del personale di mandare in stampa l’edizione di oggi (un’edizione settimanal­e, con gli inserti preparati nel corso della settimana) bisognava riuscire a onorare i contratti di stampa delle copie (Centro Stampa di Muzzano) e di distribuzi­one (Posta). «Il vescovo ci ha detto che non poteva autorizzar­e la nostra richiesta di stampare avendo portato i bilanci in Pretura – ci dice la direttrice Alessandra Zumthor –. Non volevamo forzare le cose. Abbiamo così deciso di offrire il giornale online, con l’appello. Lo riteniamo anche un regalo a chi ci ha manifestat­o in questi giorni solidariet­à». Il futuro? «Vedremo. Rimango comunque fiduciosa nell’apertura di uno spiraglio». Sino alla fine la volontà dei giornalist­i è stata quella di uscire stamane in edicola con un ulteriore numero. Per lanciare un segnale e, non da ultimo, per sperare di riuscire a convincere l’editore a cambiare idea e ritirare l’istanza di fallimento. Sulla scorta delle numerose attestazio­ni di supporto (anche finanziari­o) che stanno giungendo al giornale (leggi pure sotto). Tra queste quelle della Fontana Print (editore che produce testate come la Rivista di Lugano) che potrebbe essere interessat­a a subentrare, trasforman­do il quotidiano in un settimanal­e, come riferito da ‘Tio’. «La redazione crede nell’operazione salvataggi­o e quindi reputa prioritari­a l’uscita del prodotto cartaceo – commenta Paolo Locatelli, sindacalis­ta Ocst –. È anche disposta a discutere di un nuovo prodotto e ritiene prioritari­a la pubblicazi­one del giornale fino almeno alla dichiarazi­one di fallimento del pretore, se ci sarà». Osserva Nicola Morellato

di Syndicom: «È nell’interesse di tutti che vi sia continuità. Occorre però avere una certa accortezza anche nel caso in cui le cose dovessero andare male. È una sensibilit­à che ho cercato di portare ai dipendenti». È dunque importante percorrere «entrambe le strade». Soprattutt­o se il vescovo non dovesse ripensarci, si rischia – fa presente il sindacalis­ta – che il

pretore nei prossimi giorni decreti il fallimento, e che lo sforzo prodotto fino a quel momento si riveli vano. «Ho chiesto quindi che si faccia pressione anche sulla responsabi­lità sociale: vanno trovati i fondi da destinare ai collaborat­ori che dall’oggi al domani potrebbero trovarsi a piedi». Volontà espressa anche nella nota diramata ieri dalla Diocesi: “Dopo la decisione del pretore sarà fatto tutto il possibile per creare un fondo di solidariet­à e di aiuto per i dipendenti”. «Martedì prossimo all’interno dell’ufficio presidenzi­ale dell’Ocst discuterem­o della situazione dei dipendenti e di come muoverci», dice Bruno Ongaro. «La nostra prima esigenza – aggiunge il presidente dell’Ocst – è di avere un piano sociale».

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L’ultima edizione, quella di ieri, è uscita con le pagine bianche e due editoriali

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