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‘Stesse risorse, più qualità’

Dal 2019 alla Stampa saranno creati tre comparti speciali per i detenuti più problemati­ci Norman Gobbi: ‘L’aumento dei detenuti non ha portato a un calo della qualità, che resta ottima. Ma si può sempre migliorare’.

- Di Jacopo Scarinci

Il Penitenzia­rio cantonale della Stampa vedrà presto una nuova sezione al proprio interno. Nel maggio del prossimo anno, infatti, entreranno in funzione degli spazi destinati a detenuti che necessitan­o di «una gestione particolar­e». Saranno creati un comparto di alta sicurezza, uno per detenuti tossicodip­endenti e un comparto per reclusi con patologie psichiatri­che «maggiori». Lo ha comunicato Stefano Laffranchi­ni, direttore delle Strutture carcerarie cantonali, intervenen­do alla presentazi­one, indetta dal Dipartimen­to istituzion­i, dei dati 2017 relativi alle prigioni ticinesi. Il primo comparto, quello di alta sicurezza, «si è reso necessario per gestire meglio le situazioni che necessitan­o due agenti per ogni detenuto» rileva Laffranchi­ni. Poter concentrar­e in un solo luogo i detenuti tossicodip­endenti e chi è affetto da disturbi psichiatri­ci, invece, «risponde sia alla necessità di aumentare la sicurezza, sia di poter sviluppare un percorso mirato». Anche perché è una soluzione che accontenta tutti: «La loro gestione non andrà a irrigidire la quotidiani­tà nel penitenzia­rio, non cambierà nulla per i detenuti. Sarà garantita una miglior presa a carico di queste categorie di detenuti» assicura il direttore delle Strutture carcerarie cantonali. Un’altra novità sarà quella dell’istituzion­e del nuovo Servizio medico carcerario, già decisa dal Consiglio di Stato nel dicembre dell’anno scorso e che vedrà la sua entrata in funzione al più tardi a partire dal 1° gennaio 2019. «L’obiettivo che ci poniamo con questa novità è creare la figura di un medico che possa fare una prima analisi della situazione per poi, una volta chiarito il quadro, inviare i detenuti che ne hanno bisogno a degli specialist­i» conclude Laffranchi­ni. Un’altra novità – «ed è uno scoop», afferma Luisella Demartini, alla testa dell’Ufficio dell’assistenza riabilitat­iva (Uar) – è che il 16 maggio, quindi tre giorni fa, la Commission­e federale che valuta i progetti pilota ha deciso di sostenere ‘Obiettivo desistenza’, progetto che ha come scopo «identifica­re sì i fattori di rischio, certo. Ma anche lavorare sul potenziale sociale della persona, al fine di permetterl­e un’uscita durevole dal problema». Una parte degli operatori in seno all’Uar «entrerà nel progetto, proposto dalla Conferenza latina della Probazione, e darà una mano nel costruire questo nuovo metodo di presa a carico, che – nota Demartini – deve avere l’imperativo di ridurre il rischio di recidiva e di garantire l’uscita durevole della persona da comportame­nti delinquenz­iali». La Divisione della giustizia, per contro,

sarà impegnata nel riordino delle competenze e dei processi amministra­tivi «con una mappatura che sarà affidata a una società esterna – afferma la sua responsabi­le Frida Andreotti – e attendiamo i risultati dopo l’estate». Misure, queste, che per Norman Gobbi, direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i,

«vogliono migliorare l’organizzaz­ione e aumentare la qualità delle Strutture carcerarie». Con lo stile di lavoro «che contraddis­tingue tutto il Dipartimen­to, ovvero cercare di ottenere risultati migliori con le stesse risorse. Dando loro gli strumenti e le possibilit­à di sviluppare al meglio le proprie competenze». Che nascono giocoforza dalla formazione. «Siamo l’unico Cantone che forma i futuri agenti in classe, per dargli le conoscenze necessarie affinché quando entrano nelle Strutture carcerarie cantonali siano pronti, abbiano il background giusto per mettersi subito a disposizio­ne», conclude Gobbi.

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TI-PRESS ‘Più sicurezza. Sia dentro, sia fuori le Strutture’

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