Affari con la morte? Duello in aula
Il fondatore di Dignitas alla sbarra nel Canton Zurigo. È accusato di aver lucrato sul suicidio assistito di tre donne tedesche. L’85enne se la prende con la Procura.
Quanto è lecito che costi un suicidio assistito? A questa domanda era chiamato ieri a rispondere – per la prima volta in Svizzera – il Tribunale distrettuale di Uster, in un processo che ha avuto per imputato Ludwig A. Minelli, fondatore di Dignitas, accusato di ripetuta istigazione al suicidio e di usura. Ma a causa del protrarsi dell’udienza fino a sera, con ogni probabilità la sentenza sarà comunicata soltanto in una data ulteriore. Il dibattimento è stato caratterizzato da uno scambio di accuse tra pubblico ministero e imputato, il cui difensore ha tentato di ottenere una sospensione sine die, sostenendo che l’imputazione al suo cliente è «sotto molti aspetti altamente discutibile». Il tribunale ha risposto picche e il processo è proseguito. L’85enne Minelli e la sua organizzazione sono accusati di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche che si erano rivolte a Dignitas nel 2003 e nel 2010, incassando molto più del dovuto. Per il procuratore, l’obiettivo del difensore era soltanto di ottenere che il primo caso andasse in prescrizione (mancano due mesi soltanto). Nel 2003 Dignitas aveva accompagnato alla morte una 80enne, che non era malata terminale e che aveva lasciato in eredità all’organizzazione 100mila franchi. Stando all’atto d’accusa, i costi effettivi di un suicidio assistito sarebbero di poche migliaia di franchi. L’inchiesta si è concentrata anche sul doppio suicidio assistito nel 2010 di una madre di 84 anni e della figlia di 55. Ognuna di loro avrebbe pagato circa 10mila franchi, sebbene i costi effettivi fossero di molto inferiori. L’aiuto al suicidio è di principio legale in Svizzera. A una condizione: che non sia prestato “per motivi egoistici”. Chiunque con tali intenti istighi qualcuno a togliersi la vita o gli presti aiuto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. La Procura chiede per Minelli una pena pecuniaria con la condizionale di 360 aliquote giornaliere da 180 franchi, ossia 64’800 franchi in tutto, e propone un periodo di prova di due anni. Al presidente e fondatore di Dignitas dovrebbero inoltre essere accollate una multa di 7’500 franchi e le spese giudiziarie. Fare affari non è proibito, ma lucrare sulla morte non si può, ha affermato il procuratore. Secondo Minelli, che ha indicato di intascare un onorario annuale di 150mila franchi, Dignitas non incassa per nulla troppo, le stime sui costi dell’accusa sono completamente sbagliate.