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Sparatoria a scuola, dieci morti

Ennesima strage negli Stati Uniti, un diciassett­enne fa fuoco in un liceo a Santa Fe in Texas L’intervento di un agente ha evitato un bilancio più grave. Il ragazzo, fermato, aveva espresso intenzioni suicide ed esibiva simboli nazisti.

- Ansa/red

Washington – Altri dieci morti negli Stati Uniti nella ventiduesi­ma sparatoria dall’inizio dell’anno. Teatro della nuova strage è stato un liceo di Santa Fe in Texas, ad una sessantina di km a sudest da Houston, dove uno studente di 17 anni, Dimitrios Pagourtzis, rimasto ferito e poi arrestato con un supposto complice, ha ucciso dieci persone con un’arma da fuoco per ora non meglio precisata: nove studenti e un insegnante, secondo l’ultimo bilancio. Diversi anche i feriti, tra cui un agente in servizio nella scuola, che ha affrontato l’assalitore. Tutto è cominciato poco prima dell’inizio delle lezioni, quando un giovane armato si è introdotto nella scuola ed è entrato in una classe di arte sparando e seminando il panico. Qualcuno ha attivato l’allarme antincendi­o per segnalare un pericolo e molti studenti hanno creduto che si trattasse di un’esercitazi­one ma quando hanno udito gli spari sono scappati all’esterno o hanno cercato riparo barricando­si dentro le aule, come prevede la procedura di lockdown. Nel giro di pochi minuti alla scuola sono arrivate numerose ambulanze, tre elicotteri e ingenti forze di polizia, che hanno circondato l’edificio e perquisito gli alunni che erano riusciti a fuggire. Nel frattempo un agente della scuola aveva ingaggiato un conflitto a fuoco con l’assalitore, consentend­one l’arresto. Poco dopo è stato fermato anche un altro studente, che potrebbe essere un complice. A rendere ancora più sconcertan­te il massacro è stata la scoperta nella scuola e nel campus di vari ordigni esplosivi artigianal­i, tra cui tubi bomba e pentole a pressione, tanto che le forze dell’ordine hanno invitato i cittadini a non toccare nessun oggetto sospetto. Intanto i media locali hanno tracciato un primo profilo dello sparatore, che si mostra sulle pagine dei propri account social con indosso una t-shirt recante la scritta “Born to kill” (nato per uccidere) ed altre immagini di una lunga giacca verde con simboli nazisti. Il ragazzo giocava con il team di football della scuola ed era membro della squadra di danza della chiesa greca ortodossa. Nel suo diario, ha reso noto in una conferenza stampa il governator­e del Texas Greg Abbott, il ragazzo aveva scritto di voler compiere una strage e uccidersi. Il giovane avrebbe anche detto alla polizia di non aver avuto il coraggio di togliersi la vita. Da parte sua, l’ineffabile Donald Trump, dopo un primo tweet in cui informava il mondo che “le prime notizie non sono buone”, ne ha scritto un altro: “Queste sparatorie sono andate avanti troppo a lungo”.

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KEYSTONE As usual

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