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Condannato per l’Isis, ricorre

A processo cittadino turco residente a Lugano accusato di aver condiviso su Facebook video di torture

- di Guido Grilli

Rinviato a giudizio davanti al Tribunale penale federale il presunto simpatizza­nte dello Stato Islamico. L’inchiesta è scaturita da un’intercetta­zione che portò in carcere l’ex agente di sicurezza di Argo 1.

Propaganda a favore del gruppo vietato ‘Stato Islamico’, condividen­do, il 30 settembre 2016, sulla bacheca del suo profilo Facebook un video. Di più. Tra il 30 settembre e il febbraio 2017, a Lugano e in altre località, avrebbe condiviso sullo stesso social network cinque video che mostrano atti di cruda violenza verso esseri umani. Sono queste le imputazion­i delle quali dovrà rispondere un cittadino di nazionalit­à turca il prossimo 31 agosto (ore 9) davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona. Il collegio giudicante sarà composto da un giudice unico della Corte penale e il processo si svolgerà in lingua italiana. L’imputato, residente in Ticino – che non è in stato di detenzione e si presenterà al dibattimen­to a piede libero – è stato condannato con decreto d’accusa dal Ministero pubblico della Confederaz­ione, decreto contro il quale il presunto simpatizza­nte dell’Isis ha interposto ricorso e che pertanto sarà rinviato a giudizio in agosto. La Procura federale contestual­izza la natura dei reati: il cittadino turco è accusato per il titolo di rappresent­azione di atti di cruda violenza (secondo l’articolo 135 del codice penale) e di violazione dell’articolo 2 della legge federale che vieta i gruppi ‘Al-Quaïda’ e ‘Stato Islamico’, nonché le organizzaz­ioni associate – si legge sul sito del Tribunale penale federale dove compare l’aggiorname­nto del processo. Il cittadino turco era stato indagato a piede libero dalla Procura federale nel febbraio 2017, unitamente all’ex agente di sicurezza, turco e svizzero 32enne, allora alle dipendenze della Argo 1 Sa, l’agenzia di sicurezza privata bellinzone­se alla quale il Cantone aveva affidato la sorveglian­za del centro di accoglienz­a per richiedent­i l’asilo di Camorino – di lì a pochi mesi per il mandato assegnato dal Dipartimen­to della sanità e della socialità scoppierà l’omonimo caso politico Argo 1. Il 32enne era stato arrestato in un blitz antiterror­ismo in Ticino con l’accusa di aver ospitato a casa propria due amici partiti da Lugano per andare a combattere per l’Isis in Siria e poi morti in un raid della coalizione internazio­nale.

Un anno fa il blitz antiterror­ismo

Il 32enne con doppia nazionalit­à, difeso dall’avvocato Carlo Borradori, è stato processato e condannato lo scorso agosto davanti al Tpf di Bellinzona con rito abbreviato a due anni e mezzo, di cui sei mesi da espiare. Al dibattimen­to, svoltosi con rito abbreviato, aveva ammesso le proprie responsabi­lità. Le

indagini della Procura federale erano iniziate dopo un’intercetta­zione telefonica della Digos di Lecco nel febbraio 2016 nella quale il 32enne parlava con Abderrahm Moutaharri­k, il cittadino marocchino campione di kick-boxing che si allenava in una palestra luganese e poi condannato in Italia, due

anni fa, per terrorismo internazio­nale. Tuttavia la vicenda giudiziari­a che vedrà a processo il cittadino turco residente in Ticino, seppure partita da uno stesso filone investigat­ivo, non si inserisce nel quadro dei presunti reclutator­i dell’Isis e dei cosiddetti combattent­i ribelli stranieri, foreign fighters. Il cittadino turco – dichiara,

da noi interpella­to, il suo avvocato difensore Costantino Castelli – si professa innocente. Il legale il prossimo 31 agosto si batterà pertanto davanti al Tribunale penale federale contro la condanna inflittagl­i dal Ministero pubblico della Confederaz­ione e richiederà l’assoluzion­e da ogni imputazion­e.

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TI-PRESS Il Tribunale penale federale di Bellinzona davanti al quale l’imputato sarà processato il 31 agosto. Lui si dice innocente

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