‘Mamme diurne’ cercansi
Anche nel 2017 i servizi, dall’affido allo Scoiattolo, dai nidi alle mense, registrano numeri sempre significativi
La richiesta cresce, ma le ‘mamme diurne’ nel Mendrisiotto continuano a calare. Le statistiche parlano chiaro: in due anni, fra il 2015 e il 2017, si è passati da 45 a 37 famiglie aperte all’accoglienza di bambini che necessitano di un collocamento temporaneo. Il ‘bisogno’ sociale oggi è evidente a fronte di genitori che lavorano o nuclei in difficoltà. E l’alternativa della famiglia diurna alle strutture collettive è apprezzata. Il punto è che trovare persone pronte a mettersi a disposizione non è semplice. Tant’è che l’Associazione famiglie diurne del Mendrisiotto, presieduta da Claudio Currenti, si prefigge a breve di lanciare una campagna di informazione a tappeto. Obiettivo dichiarato, come si sottolinea nel rapporto annuale: “Cercare di aumentare il numero di famiglie disponibili ad accogliere bambini in casa propria”. Cosa c’è dietro la fatica di reperire ‘mamme diurne’? L’Associazione, come rileva nella sua relazione Simona Sandrinelli, coordinatrice nonché tra le fondatrici di questo servizio, si è data delle risposte. Innanzitutto, le donne continuano a lavorare anche dopo essere diventate madri, grazie al loro curriculum e alla possibilità di occuparsi part-time. Poi, se da un lato si domanda a queste figure un profilo professionale, dall’altro non vi è una giusta ‘ricompensa’ salariale. “Sono infatti più di vent’anni che il salario orario di una mamma diurna è rimasto fermo a 5.50 all’ora”. Si avverte, insomma, l’esigenza di un riconoscimento più concreto per una realtà, quella delle famiglie diurne, che garantisce un importante supporto alla comunità, mettendo a disposizione varie forme di servizi nel segno di un’attenta formazione del personale e un occhio vigile ai fenomeni sociali (non da ultimo la multiculturalità). “Quando diciamo che l’Associazione famiglie diurne ha come principio fondamentale l’accoglienza – fa notare Simona Sandrinelli – intendiamo dire che le nostre porte sono aperte a tutti, ma soprattutto alle fasce più deboli, più vulnerabili, alle famiglie più sole ed emarginate. Accogliamo bambini provenienti da tutte le fasce sociali, sosteniamo le pari opportunità educative per combattere la predestinazione sociale. Noi possiamo fare la differenza, possiamo essere il tassello mancante nella vita di qualcuno, quel tassello che potrà consentirgli di vivere più felice”. Lo testimonia il riscontro ottenuto dai diversi modi di declinare l’attività dell’Associazione. Si comprende, allora, il marcato successo in questi anni raccolto dal ‘nido-famiglia’ sperimentato a Ligornetto, spesso preferito, si conferma, al nido dell’infanzia o alla stessa ‘mamma diurna’. Nel 2017 sono stati 12 i piccoli che ne hanno usufruito. Registrano, invece, la “piena occupazione” i nidi dell’infanzia presenti a Coldrerio e Stabio, dove i nuclei familiari trovano, come osserva ancora la coordinatrice, “luoghi sicuri e persone di fiducia che non esprimono giudizi di valore, ma che li accompagnano nel percorso di crescita ed educativo dei loro bambini”. Un’esperienza che presto – dopo la metà di quest’anno – sarà estesa a Novazzano, come richiesto dallo stesso Comune. Il
servizio mensa, già assicurato ad Arogno, Bissone, Chiasso, Melano, Melide e Rovio, dal settembre scorso conta in più Breggia. Anche qui è stata l’autorità locale a incaricare le Famiglie diurne di gestire l’offerta alle scuole di Lattecaldo. Senza trascurare che a Melano, Melide e Bissone si propone pure il pre e doposcuola.
Scoiattolo, centri di ‘protezione’
Sono poi dati che si commentano da soli quelli dei centri extrascolastici ‘Scoiattolo’ di Vacallo e Morbio Inferiore, Coldrerio, Novazzano, Chiasso, Stabio, Mendrisio e infine Balerna e Castel San Pietro, aperti nel settembre 2017. Si tratta, si ribadisce nel rapporto, di “una realtà consolidata” sul territorio del distretto. Quanto agli ultimi nati “sono stati fortemente voluti dai Comuni, che hanno riconosciuto il valore di questi servizi e soprattutto le esigenze sempre crescenti dei genitori occupati professionalmente”. Non a caso pure durante le vacanze scolastiche, in particolare estive, si ha il “tutto occupato”. Un’attestazione al lavoro svolto è venuta dalle Autorità regionali di protezione che, fa sapere ancora Sandrinelli, negli ultimi tempi hanno individuato i centri extrascolastici come luoghi di ‘protezione’ per bambini in situazioni familiari difficili. Prosegue, infine, il progetto pilota avviato a ColdrerioBalerna e Novazzano con il Dipartimento educazione, cultura e sport, che mira a portare ad “avere un protocollo ideale di collaborazione, che possa facilitare lo scambio delle comunicazioni”.