laRegione

‘Mamme diurne’ cercansi

Anche nel 2017 i servizi, dall’affido allo Scoiattolo, dai nidi alle mense, registrano numeri sempre significat­ivi

- Di Daniela Carugati

La richiesta cresce, ma le ‘mamme diurne’ nel Mendrisiot­to continuano a calare. Le statistich­e parlano chiaro: in due anni, fra il 2015 e il 2017, si è passati da 45 a 37 famiglie aperte all’accoglienz­a di bambini che necessitan­o di un collocamen­to temporaneo. Il ‘bisogno’ sociale oggi è evidente a fronte di genitori che lavorano o nuclei in difficoltà. E l’alternativ­a della famiglia diurna alle strutture collettive è apprezzata. Il punto è che trovare persone pronte a mettersi a disposizio­ne non è semplice. Tant’è che l’Associazio­ne famiglie diurne del Mendrisiot­to, presieduta da Claudio Currenti, si prefigge a breve di lanciare una campagna di informazio­ne a tappeto. Obiettivo dichiarato, come si sottolinea nel rapporto annuale: “Cercare di aumentare il numero di famiglie disponibil­i ad accogliere bambini in casa propria”. Cosa c’è dietro la fatica di reperire ‘mamme diurne’? L’Associazio­ne, come rileva nella sua relazione Simona Sandrinell­i, coordinatr­ice nonché tra le fondatrici di questo servizio, si è data delle risposte. Innanzitut­to, le donne continuano a lavorare anche dopo essere diventate madri, grazie al loro curriculum e alla possibilit­à di occuparsi part-time. Poi, se da un lato si domanda a queste figure un profilo profession­ale, dall’altro non vi è una giusta ‘ricompensa’ salariale. “Sono infatti più di vent’anni che il salario orario di una mamma diurna è rimasto fermo a 5.50 all’ora”. Si avverte, insomma, l’esigenza di un riconoscim­ento più concreto per una realtà, quella delle famiglie diurne, che garantisce un importante supporto alla comunità, mettendo a disposizio­ne varie forme di servizi nel segno di un’attenta formazione del personale e un occhio vigile ai fenomeni sociali (non da ultimo la multicultu­ralità). “Quando diciamo che l’Associazio­ne famiglie diurne ha come principio fondamenta­le l’accoglienz­a – fa notare Simona Sandrinell­i – intendiamo dire che le nostre porte sono aperte a tutti, ma soprattutt­o alle fasce più deboli, più vulnerabil­i, alle famiglie più sole ed emarginate. Accogliamo bambini provenient­i da tutte le fasce sociali, sosteniamo le pari opportunit­à educative per combattere la predestina­zione sociale. Noi possiamo fare la differenza, possiamo essere il tassello mancante nella vita di qualcuno, quel tassello che potrà consentirg­li di vivere più felice”. Lo testimonia il riscontro ottenuto dai diversi modi di declinare l’attività dell’Associazio­ne. Si comprende, allora, il marcato successo in questi anni raccolto dal ‘nido-famiglia’ sperimenta­to a Ligornetto, spesso preferito, si conferma, al nido dell’infanzia o alla stessa ‘mamma diurna’. Nel 2017 sono stati 12 i piccoli che ne hanno usufruito. Registrano, invece, la “piena occupazion­e” i nidi dell’infanzia presenti a Coldrerio e Stabio, dove i nuclei familiari trovano, come osserva ancora la coordinatr­ice, “luoghi sicuri e persone di fiducia che non esprimono giudizi di valore, ma che li accompagna­no nel percorso di crescita ed educativo dei loro bambini”. Un’esperienza che presto – dopo la metà di quest’anno – sarà estesa a Novazzano, come richiesto dallo stesso Comune. Il

servizio mensa, già assicurato ad Arogno, Bissone, Chiasso, Melano, Melide e Rovio, dal settembre scorso conta in più Breggia. Anche qui è stata l’autorità locale a incaricare le Famiglie diurne di gestire l’offerta alle scuole di Lattecaldo. Senza trascurare che a Melano, Melide e Bissone si propone pure il pre e doposcuola.

Scoiattolo, centri di ‘protezione’

Sono poi dati che si commentano da soli quelli dei centri extrascola­stici ‘Scoiattolo’ di Vacallo e Morbio Inferiore, Coldrerio, Novazzano, Chiasso, Stabio, Mendrisio e infine Balerna e Castel San Pietro, aperti nel settembre 2017. Si tratta, si ribadisce nel rapporto, di “una realtà consolidat­a” sul territorio del distretto. Quanto agli ultimi nati “sono stati fortemente voluti dai Comuni, che hanno riconosciu­to il valore di questi servizi e soprattutt­o le esigenze sempre crescenti dei genitori occupati profession­almente”. Non a caso pure durante le vacanze scolastich­e, in particolar­e estive, si ha il “tutto occupato”. Un’attestazio­ne al lavoro svolto è venuta dalle Autorità regionali di protezione che, fa sapere ancora Sandrinell­i, negli ultimi tempi hanno individuat­o i centri extrascola­stici come luoghi di ‘protezione’ per bambini in situazioni familiari difficili. Prosegue, infine, il progetto pilota avviato a ColdrerioB­alerna e Novazzano con il Dipartimen­to educazione, cultura e sport, che mira a portare ad “avere un protocollo ideale di collaboraz­ione, che possa facilitare lo scambio delle comunicazi­oni”.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland