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‘Sono giovane, ci riproverò’

Va agli archivi con il premio di migliore in pista contro la Svezia la lunga stagione di Elvis Merzlikins

- Di Daniele Neri

Copenaghen – Mentre Gregory Hofmann deve ancora attendere per le sue vacanze, per un altro bianconero giovedì sera si è chiusa l’intensa stagione. La sconfitta contro la Svezia allo stadio dei quarti di finale è infatti stata il capolinea stagionale della Lettonia e di Elvis Merzlikins. Un Mondiale che il portiere del Lugano lascia comunque a testa alta, al termine di una partita sì persa (3-2) ma che l’ha visto ancora una volta recitare un ruolo di primo piano, valso la designazio­ne di miglior uomo in pista per la selezione diretta da Bob Hartley. «Il merito di questo premio va spartito con tutta la squadra», s’affretta a sottolinea­re Merzlikins dai microfoni di Radio Fiume Ticino. Merzlikins non nasconde tuttavia un po’ di rammarico per questa eliminazio­ne: «Sì, perché purtroppo non eravamo al completo: ci mancavano due giocatori forti, che avrebbero sicurament­e potuto darci un gran colpo di mano... Non sto comunque dicendo che la sconfitta nei quarti di finale sia colpa di quelli che erano in pista, che, anzi, hanno comunque dato il massimo, contro la Svezia e durante tutto il torneo. Usciamo, ma a testa alta: sono fiero di questa squadra. La nostra piccola Lettonia ci ha creduto, ha creduto anche più di quello che era lecito attendersi da una squadra come la nostra, e ci siamo pure tolti diverse belle soddisfazi­oni». Una di queste belle soddisfazi­oni, nonostante come sia finita, è quella di aver comunque saputo far tremare un mostro sacro qual è la Svezia (forse la squadra che più ha impression­ato di quelle che hanno gio-

cato la loro prima fase a Copenaghen) nei quarti di finale, con un match aperto fino all’ultimo secondo: «Beh, sì, questo non può che farci piacere. Se ci siamo riusciti è perché siamo scesi in pista senza timori reverenzia­li, dando il tutto per tutto e credendo fino in fondo nel colpaccio. Abbiamo fatto tremare anche lo squadrone del Canada, che a mio modo di vedere è ancora più forte: la Svezia non avrà certo vita facile nel tentativo di confermare il titolo vinto l’anno scorso a Parigi». Soddisfatt­o Elvis Merzlikins del suo Mondiale? «Sì, senza dubbio.

Ho giocato bene. Al di là di quanto diranno le statistich­e a bocce ferme, ritengo di aver disputato un buon torneo. Sono contento, come sono contento di tutta la mia stagione. Un grosso grazie lo devo a tutte le persone che mi sono state vicine in questi mesi, a cominciare dai miei familiari e gli amici, ma soprattutt­o il mio mental coach, che ha svolto alla perfezione il suo compito, consentend­omi di fare ottimi progressi sul piano mentale. Un passo alla volta mi sto avvicinand­o all’ideale che inseguo». In Danimarca, Merzlikins ci è arrivato immediatam­ente dopo la delusione per aver perso gara 7 della finale con il Lugano, cosa che, evidenteme­nte, non ha lasciato strascichi nella sua testa: «Se ripenso a quella finale, è inevitabil­e che mi faccia ancora un po’ male. Ma questo è lo sport, è l’hockey. Sono partite come queste che ti spingono a fare ancora meglio, a crescere. La vita continua comunque: non è la fine del mondo. Ho 24 anni, e davanti a me c’è ancora una lunga carriera. Se non sono arrivato dove volevo quest’anno, avrò sicurament­e ancora altre opportunit­à in futuro».

‘Svizzera con merito’

Un’opportunit­à di abbellire la sua stagione che invece ha ancora tutta il suo compagno di squadra a Lugano Gregory Hofmann, che oggi con la Svizzera affronterà il Canada per un posto in finale: «Sono contento per lui, se lo merita. Hofmann è in grande forma, gli auguro di chiudere nel miglior modo possibile la sua stagione. La Svizzera ha una squadra molto competitiv­a, oltre che un gruppo estremamen­te affiatato. Merita sicurament­e un posto tra le prime quattro del torneo».

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KEYSTONE ‘A questi Mondiali ci siamo tolti diverse belle soddisfazi­oni’

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