Che siano applausi convinti
Al netto dei bilanci già stilati, il Lugano merita il grande abbraccio dei suoi tifosi nella passerella finale di Cornaredo
Il bilancio l’hanno stilato tutti al termine della partita dello Stade de Suisse, quella che ha spento le residue speranze bianconere di un aggancio all’Europa League aritmeticamente precluso proprio dal ko di Berna. Non era l’ultima, quella contro l’Yb, ma era come se lo fosse. Quantomeno per questioni tecnico-sportive. Non per il calendario, però, che al Lugano regala la passerella finale di Cornaredo, per un congedo stagionale che deve svolgersi in grande stile. Angelo Renzetti ha accolto la terza salvezza consecutiva e la prospettiva di una quarta stagione in Super League un po’ a denti stretti, combattuto tra la delusione per quello che ai suoi occhi avrebbe potuto essere – il quarto o quinto posto – e i rimpianti riconducibili alle cose negative che a suo dire sono successe lungo una stagione coronata comunque da una bella salvezza a due giornate dal termine. Guillermo Abascal non può che giudicare positivamente quanto fatto dal suo Lugano – per quanto attiene al suo breve interregno, ovviamente – ma ha già chiesto una squadra coraggiosa, cui piaccia giocare, anche osare. Un gruppo con personalità, che traduca in campo le caratteristiche e la filosofia che sono anche proprie al mister spagnolo. Quanto a critici e analisti, ci schieriamo senza riserve dalla parte di chi saluta la terza salvezza filata alla stregua di un traguardo eccellente, al netto dei rimpianti che ogni squadra ha, in fondo al rispettivo cammino, e delle difficoltà oggettive con le quali la società bianconera è confrontata. Non ultima, la solitudine del presidente, da lui stes-
so più volte evocata a mezzo stampa, con appelli accorati a chi eventualmente fosse interessato ad affiancarne gli sforzi tesi a mantenere il Lugano nella massima serie, perché no con vista sull’Europa.
Bel progetto, risorse limitate
L’ossatura della squadra c’è, ed è affidabile. Puntellarla significa però investire, e quindi spendere. Le risorse sono però limitate, e non sempre si può pretendere di azzeccare gli acquisti. A maggior ragione quando ci si presenta alla trattativa con tanta buona
volontà, un progetto ben strutturato e credibile (questa è una delle conquiste di Renzetti), ma pochi soldi da spendere.
Fieri del risultato finale
Insomma, per quanto la realtà bianconera sia consolidata e apprezzata, tanto da farne una piazza ambita anche da calciatori importanti, resta periferica e legata a filo doppio con il suo presidente. Il quale ha però bisogno di aiuto. A fronte di queste considerazioni, il Lugano in Super League a queste condizioni e con questi risultati, resta un piccolo grande capolavoro di cui i tifosi devono essere fieri. Non si deve dimenticare che si è piazzati attraverso le insidie di un cambio di guida tecnica, di una partecipazione all’Europa League cara e dispendiosa sul piano fisico e nervoso, che ha però portato in dote ben tre vittorie. Con l’Europa si è flirtato a lungo, la retrocessione ha spaventato solo per un attimo, salvo poi scrollarsi di dosso i timori e guadagnarsi la salvezza con pieno merito e con anticipo. Per noi è grande Lugano: ecco perché terminiamo con l’auspicio che Cornaredo sia pieno e con l’abito della festa, impegnato in un abbraccio e in un saluto a una squadra che ha fatto sognare e tribolare, nel pieno rispetto della legge dello sport. Una squadra che ha regalato ai tifosi e a se stessa l’opportunità di riprovarci una volta di più, nella prossima stagione. Squadra dalla quale Cornaredo deve accomiatarsi con applausi convinti. Non sempre il tifo ha risposto come Renzetti avrebbe voluto, ma questa è la volta buona per dire grazie e godersi una serata di calcio all’insegna della spensieratezza. Il Lugano, questa possibilità – affatto scontata – se l’è guadagnata con i risultati.