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Caso Maurer: avvocato che autogol!

- Di Matteo Caratti

Ma certi avvocati fanno davvero l’interesse del loro cliente? La vicenda Maurer è un ottimo esempio per interrogar­si. Al centro c’è il figlio del consiglier­e federale che, come noto, ha già avuto qualche problemino con la giustizia. Tempo fa tentò di sottrarsi ad un controllo di polizia a caccia di cannabis. Marijuana che, anni prima, era spuntata nel giardino di casa Maurer. Ora il legale del figlio del ministro ha chiesto di celebrare a porte chiuse il processo al giovane, finito in aula per aver causato un incidente della circolazio­ne stradale in stato di ebrietà con relativi danni ad una proprietà privata. Il tutto condito con minacce e violenze contro i funzionari. Se non fosse stato per la strana richiesta – celebrate il processo a porte chiuse! – la vicenda sarebbe passata quasi inosservat­a. Ma proprio quell’inusuale domanda, possibile per legge solo in casi eccezional­i, ossia quando la vittima (e non l’autore) necessitan­o di essere protetti, ha attirato l’attenzione della stampa. L’effetto boomerang è stato inevitabil­e. Grave errore di valutazion­e! Di principio i processi sono pubblici, pena la loro nullità. E quando c’è di mezzo una persona legata a un personaggi­o pubblico è interesse di tutti (della giustizia in primis, ma anche dello stesso padre ministro!) dimostrare pubblicame­nte che non si ha nulla da nascondere! Che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge! Se il cliente dell’avvocato non gradiva pubblicità, siamo quindi all’autogol.

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