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Agustoni: mi sembra un inno all’arrendevol­ezza

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«Il rapporto di minoranza mi sembra un inno all’arrendevol­ezza: addirittur­a si reagisce negativame­nte – senza una ragione plausibile – a uno stimolo contenuto nella risposta del Consiglio federale all’interpella­nza di Marco Romano». Il popolare democratic­o Maurizio Agustoni va giù duro nel commentare il documento redatto da Quadranti. «L’oggetto della mozione mia e di Fonio – rileva – è non l’Accordo del 1974, ma l’utilizzo dei ristorni versati all’Italia in virtù di quell’Accordo». E sino a quando rimarrà in vigore il testo del ’74 «resteranno i ristorni». Che scomparira­nno con l’introduzio­ne dell’accordo parafato nel dicembre 2015... «Sì, ma su un aspetto – evidenzia Agustoni – concordano tutti, compreso il nostro ministro degli Esteri Cassis: questo nuovo trattato sulla fiscalità dei frontalier­i, per ora solo parafato, non è musica di domani e con ogni probabilit­à neppure dei prossimi anni. Peraltro, alla luce della composizio­ne dell’attuale governo italiano, sarei assai stupito se la Lega di Salvini agevolasse l’entrata in vigore di un accordo che porterebbe i frontalier­i, diversi dei quali elettori del suo partito, a pagare più tasse». E allora i ristorni «sono destinati a rimanere per un po’ di tempo: si pone quindi il tema di come utilizzarl­i». Il Consiglio federale «ha detto che i Cantoni facendo uso della loro competenza residua in materia di politica estera possono concludere trattati con la contropart­e istituzion­ale estera: Quadranti non porta un solo motivo valido per cui il Ticino non possa perlomeno chiedere alle competenti autorità italiane di sedersi al tavolo e valutare dei progetti di mobilità transfront­aliera da finanziari­e anche con i ristorni».

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TI-PRESS Maurizio Agustoni

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