Rendite inferiori per i futuri pensionati Ffs
L’ex regia decide di abbassare il tasso di conversione. Perdite dell’8,7%, ma non per tutti.
La Cassa pensioni delle Ffs (Cp Ffs) ha deciso di abbassare progressivamente il tasso di conversione del capitale assicurato dal 5,18% al 4,73%. Ciò corrisponde a un calo delle rendite dell’8,7%. La misura è dovuta ai tassi di interesse bassi esistenti sui mercati finanziari. Il primo calo, al 5,08%, sarà effettivo dal 1° marzo 2019. L’aliquota di conversione scenderà poi al 4,96% il 1° gennaio 2020, al 4,85% un anno dopo e al 4,73% nel 2022. Con questa decisione, la Cp Ffs potrà anche ridurre la ridistribuzione indesiderata che da anni sussiste a carico degli assicurati attivi. In una nota, la Cp Ffs spiega che non tutti i dipendenti subiranno i tagli: l’azienda ha infatti garantito che le persone nate prima del 31 gennaio 1961 potranno ricevere almeno la stessa rendita che gli sarebbe spettata con l’aliquota oggi in vigore. Le pensioni attuali inoltre non saranno toccate. Per accumulare un capitale più elevato, in modo da mitigare almeno parzialmente la riduzione dell’aliquota di conversione, è inoltre previsto un aumento di 1,5 punti percentuali dei contributi. Per i lavoratori fino a 39 anni, tale contributo supplementare è interamente a carico delle Ffs, per quelli più anziani è invece per due terzi a carico dell’assicurato (tramite l’aumento di 1 punto percentuale dei prelievi sui salari). Gli adeguamenti annunciati ieri non costituiscono delle misure di risanamento della cassa pensione, ha precisato Cp Ffs all’Ats. Il tasso di copertura si situa infatti al di sopra del 100% (al 107,1%). Da notare che per legge il tasso di conversione per la parte obbligatoria della previdenza professionale è fissato attualmente al 6,8%. Tuttavia, dato che le prestazioni della Cp Ffs sono superiori al minimo legale, l’aliquota può essere anche inferiore. Per l’azienda, le pensioni versate ai pensionati Ffs continueranno a rimanere “nettamente più alte della rendita minima secondo Lpp”.
Meierhans critica l’Uft
Intanto, sul fronte del traffico a lunga distanza, le Ffs hanno trovato un alleato di peso: il Sorvegliante dei prezzi Stefan Meierhans chiede infatti di rinunciare a introdurre nuovi operatori nella rete a lunga percorrenza se ciò non porterà a migliorare l’efficienza e diminuire i costi. Così come formulata, la proposta dell’Ufficio federale dei trasporti (Uft) provocherà infatti un aumento fino al 6% del prezzo di biglietti e abbonamenti. Sulle onde della Rsi, Meierhans ha criticato l’assenza di una decisione politica e il fatto che l’apertura è molto parziale: «Se si vuole liberalizzare non c’è grigio, o è bianco o è nero, o è un monopolio o è un mercato aperto». Un mese fa l’Uft aveva annunciato l’intenzione di affidare alla bernese Bls dal dicembre 2019 la gestione delle linee Berna-Bienne e BernaBurgdorf-Olten, oggi in mano alle Ffs.