Statali in piazza contro Macron
Parigi – Doveva essere il giorno del “piano” per le banlieues, ma è stata un’ennesima giornata di proteste e manifestazioni contro Emmanuel Macron. Dal presidente francese era atteso un progetto di intervento per le periferie degradate, ma Macron si è “limitato” a parlare, all’Eliseo, di “nuovo approccio”. Anche qui le polemiche non sono mancate, soprattutto perché non ha raccolto gran parte del “piano Marshall” per le periferie che era stato invocato, in un rapporto allarmante, dall’ex ministro centrista Jean-Louis Borloo. Fuori, i francesi che non accettano le sue riforme hanno nuovamente animato cortei e proteste. Un assaggio del corteo che sabato è stato convocato nella capitale dai sindacati (un po’ ottimisticamente battezzato, in anticipo, “marea popolare”). Sedicimila i partecipanti al corteo degli statali, momento forte della giornata di agitazione – la terza del settore da quando Macron è stato eletto – per protestare contro le riforme che rimettono in discussione i vantaggi dell’impiego pubblico. Molte scuole hanno dovuto chiudere o avvertire gli studenti dell’assenza di professori, gli asili sono quelli che hanno sofferto di più. Ma conseguenze pesanti hanno subito anche gli aeroporti e i trasporti, con i treni penalizzati dall’ennesima puntata dello sciopero a singhiozzo che da tre mesi paralizza due giorni alla settimana il Paese. L’atmosfera si è subito scaldata, con il nuovo segretario del Partito socialista Olivier Faure che ha dovuto essere evacuato dalle forze dell’ordine per l’atteggiamento sempre più minaccioso dei manifestanti contro di lui, che voleva partecipare alla protesta. C’è preoccupazione per la manifestazione di sabato, attesa da due mesi, alla quale – per la prima volta – parteciperanno tutti i sindacati e vari partiti della sinistra, con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon in testa. Gli organizzatori parlano da giorni di “marea popolare” in piazza, “cheminot” al fianco di studenti, pensionati, statali, per opporsi alla politica di Macron. Allonsanfàn.