La Germania nega ancora l’estradizione di Puigdemont
Madrid – Un altro no tedesco all’estradizione di Carles Puigdemont. I giudici dello Schleswig Holstein hanno di nuovo respinto le accuse di ribellione mosse contro di lui da Madrid, nonostante le rinnovate pressioni della procura tedesca. Il passo falso della linea dura del governo Rajoy si aggiunge ai motivi di tensione fra Madrid e il nuovo presidente indipendentista Quim Torra. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha bloccato l’entrata in funzione del nuovo governo, prevista oggi, perché Torra ha nominato quattro ex ministri in carcere preventivo a Madrid o riparati a Bruxelles. Tutti accusati come Puigdemont di ribellione, imputazione che potrebbe costare loro fino a 30 anni di carcere. Il castello accusatorio del giudice Pablo Llarena è contestato anche in Spagna, soprattutto perché il reato di ribellione implica che ci sia stata violenza, e per l’inamovibilità del magistrato a mantenere in carcere i leader catalani. Tuttavia, il processo di dichiarazione dell’indipendenza è stato sempre pacifico, ha riconosciuto la corte dello Schleswig Holstein, che ha respinto di nuovo la richiesta di estradizione di Puigdemont, dichiarando “non ammissibile” l’accusa di ribellione. La procura tedesca che rappresenta gli interessi spagnoli aveva invece chiesto ai giudici di riconsiderare la decisione e di rimettere in carcere Puigdemont. Ottenendo un doppio no. Il tribunale ha negato l’arresto e di nuovo respinto l’accusa di ribellione, accettando di procedere solo sulla imputazione minore di malversazione per il presunto uso di denaro pubblico per il referendum di indipendenza del 1° ottobre. La nuova bocciatura tedesca segue di pochi giorni quella belga sulle richieste di estradizione contro i tre ex ministri di Puigdemont riparati a Bruxelles. E rende ancora più imbarazzante per Madrid giustificare in Europa perché trattiene in cella nove leader politici catalani. Rajoy intanto ha bloccato la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale catalana (la Catalogna è ancora commissariata da Madrid) del decreto di nomina del nuovo governo.